La lobby delle armi americana cerca di fuggire da una causa
La NRA, sotto processo nello stato di New York per la sua gestione finanziaria, vuole provare a spostarsi in Texas ricorrendo a una legge fallimentare
La National Rifle Association (NRA), potentissima lobby delle armi statunitense, sta cercando di ricorrere a una legge fallimentare per spostare la sua sede dallo stato di New York al Texas e proteggersi da una grossa causa civile che rischia di farla chiudere. Il ricorso alla legge fallimentare non dipende da uno stato di insolvenza, e anzi l’organizzazione sostiene di essere «forte economicamente da anni»: ma potrebbe ritardare il dibattimento della causa civile, e soprattutto spostare gli affari dell’organizzazione in uno stato considerato amico come il Texas, portandola fuori dalla giurisdizione dello stato di New York, dove fu fondata quasi 150 anni fa.
La causa civile newyorkese era stata intentata la scorsa estate dopo una lunghissima indagine, e conteneva gravi accuse di corruzione e di utilizzo improprio dei fondi verso i leader dell’organizzazione. Secondo gli esperti, ha le potenzialità per far chiudere la NRA. Non si sa ancora se il tentativo di sfuggire alla causa avrà successo.
La NRA ha chiesto di poter far ricorso al Chapter 11, una legge fallimentare simile all’amministrazione straordinaria italiana, che consente a un’azienda in grave crisi di restare aperta mentre avvia un piano di risanamento. L’obiettivo della richiesta è di potersi poi ricostituire come organizzazione non profit in Texas, in modo da «sottrarsi a un ambiente politico corrotto», quello di New York, ha detto l’organizzazione. Il Texas, invece, è considerato uno stato amico per i possessori di armi e per le organizzazioni che li rappresentano, e ha leggi fallimentari particolarmente vantaggiose. L’eventuale spostamento, in ogni caso, dovrebbe avvenire soltanto sulla carta, e non fisicamente.
Lo scorso agosto, la procuratrice generale dello stato di New York Letitia James aveva intentato una causa civile contro la National Rifle Association, accusandone i leader di corruzione e utilizzo improprio dei fondi e chiedendone la dissoluzione. James aveva formulato le sue accuse dopo un’indagine durata 18 mesi, dalle quali era emersa una gestione economica dell’organizzazione che aveva causato perdite per 64 milioni di dollari nell’arco di tre anni. I principali accusati sono Wayne LaPierre, capo dell’organizzazione dal 1991, insieme ad altri tre dirigenti attuali e passati, ritenuti responsabili di aver usato milioni di dollari dei fondi della NRA per spese personali, viaggi e regali.
Le organizzazioni non profit che hanno sede nello stato di New York e sono sotto indagine non possono spostare la propria sede in un altro stato. Ad esempio non l’aveva potuto fare, negli ultimi anni, la Trump Foundation, la principale fondazione filantropica legata al presidente Donald Trump, che alla fine era stata chiusa dalla procura di New York. Ma con la decisione della NRA di chiedere l’amministrazione straordinaria, la NRA ha trovato una specie di scappatoia legale che spera le permetterà di cambiare stato, e di conseguenza di finire fuori dalla giurisdizione della procuratrice di New York. Ora ci sarà un procedimento legale in Texas che valuterà la richiesta, potenzialmente ritardando il processo nello stato di New York, e spostando temporaneamente le pratiche della causa civile a Dallas, Texas. È probabile che i procuratori newyorkesi facciano ricorso per riavere il caso.
La Pierre ha giustificato la decisione di spostare la sede della NRA dicendo che «mollare New York» servirà a spostare l’organizzazione «in uno stato che dà valore ai contributi della NRA, celebra i nostri membri che rispettano la legge e starà dalla nostra parte nel sostenere una libertà costituzionale». Alcuni esperti hanno comunque parlato di potenziali rischi: il procedimento che valuterà la richiesta di amministrazione straordinaria potrebbe approfondire e indagare i conti dell’organizzazione.
I dirigenti citati nella causa sono accusati di aver violato diverse leggi federali che regolano la gestione delle organizzazioni senza scopo di lucro, come formalmente è la NRA. Nell’arco di sei anni e mezzo, si legge nelle accuse, LaPierre per esempio pagò un consulente personale 13 milioni e mezzo di dollari, fece volare i propri familiari su jet privati, andò in viaggio alle Bahamas su uno yacht di oltre 30 metri, fece regali costosi ai suoi amici e fece alloggiare sua nipote in hotel da 12mila dollari a notte: tutto a spese della NRA. Secondo l’indagine, poi, si è predisposto una liquidazione da oltre 17 milioni di dollari senza approvazione del consiglio d’amministrazione, per quando non sarà più CEO dell’organizzazione.
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LaPierre non è l’unico accusato: Wilson Phillips, ex capo delle finanze della NRA, non avrebbe mai dichiarato i suoi rapporti personali con il capo di una società che aveva ricevuto 1,4 milioni di dollari dalla lobby, e che da quando non lavorava più per la NRA era pagato 30mila dollari al mese per una consulenza che non faceva. L’ex capo dello staff dell’organizzazione Joshua Powell, invece, è accusato tra le altre cose di essersi alzato lo stipendio annuale da 250mila a 800mila dollari nei due anni in cui ebbe l’incarico.
La NRA è un’organizzazione con una grande influenza sulla politica americana, ed è tradizionalmente vicina al Partito Repubblicano, anche se ha stretti legami anche con alcuni politici Democratici. Ha l’obiettivo di difendere il diritto garantito dal Secondo emendamento della Costituzione statunitense, quello sul possesso di armi. Nel corso del Novecento è diventata sempre più potente, arrivando a favorire o bloccare le leggi gradite o sgradite sul controllo delle armi da fuoco. Da un po’ di tempo però se la passa male, per via di una dirigenza sempre più sgradita anche tra i sostenitori della lobby, e per vari problemi economici.