Le 12 pagine di necrologi sull'Eco di Bergamo il 21 marzo 2020

Senza “Senza di te”

Una lista di fine anno che quest'anno il Post non pubblica

Non è facile da spiegare: ma se qualcuno notasse l’assenza, ci proviamo. Quest’anno al Post abbiamo deciso di non pubblicare – come abbiamo fatto per dieci anni – l’album fotografico che abbiamo sempre chiamato Senza di te, dedicato alle persone più note morte durante l’anno: lo abbiamo sempre fatto con un’intenzione giornalistica, piuttosto che cerimoniale, per attenuare il rischio che nel ciclo ininterrotto e affollatissimo delle notizie si perda e dimentichi una cosa importante come la scomparsa dalla scena – qualunque scena pubblica – di persone che l’avevano occupata visibilmente, spesso nel bene, a volte nel male.

Quando siamo arrivati a parlarne quest’anno, ci è sembrato che fosse un po’ fuori misura: è stato un anno di morte e di morti con una tale estensione e una tale presenza di lutti, che l’eccezionalità di quelle morti “famose” – a loro volta: tante – un po’ si perde e un po’ forse pure stona, a rimarcarla ancora. Non è facile spiegare, dicevamo, ma ci è sembrato troppo, tornarci: e chiudere l’anno “cattivo” ormai già per antonomasia con la ripetizione di cattive notizie già date. Lasciamo che la morte torni una notizia inattesa.

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