La Francia indagherà su decine di moschee per contrastare l’estremismo religioso

La Grande Moschea di Parigi (Grande Mosquee de Paris) (Thierry Chesnot/Getty Images)
La Grande Moschea di Parigi (Grande Mosquee de Paris) (Thierry Chesnot/Getty Images)

Giovedì il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin ha detto che il governo ha dato istruzione alle forze di polizia di indagare su 76 moschee per combattere l’estremismo religioso che è considerato una crescente minaccia per la sicurezza nazionale. Le moschee su cui si indagherà, sugli oltre 2.600 luoghi di culto musulmani in Francia, sono state indicate da Darmanin come possibili minacce non solo per la sicurezza, ma anche per i valori repubblicani.

Darmanin ha definito l’iniziativa «senza precedenti» e ha detto che è stata decisa per contrastare il «separatismo» degli estremisti musulmani, cioè quelle che, secondo il governo francese, sono iniziative per la creazione di comunità musulmane separate che non si riconoscono nei valori della Repubblica francese. «Ci sono in alcune aree concentrate luoghi di culto che sono chiaramente anti-repubblicani», ha spiegato Darmanin, «(dove) gli imam sono seguiti dai servizi di intelligence e dove i loro discorsi vanno contro i nostri valori».

Dei 76 luoghi di culto, 16 sono nella regione di Parigi e 60 nel resto della Francia. Darmanin ha detto che dove i sospetti di attività pericolose per la Francia saranno confermati, le moschee saranno chiuse. Gli investigatori indagheranno sui finanziamenti alle moschee, sul passato degli imam ritenuti sospetti e cercheranno prove, tra le altre cose, anche nelle scuole coraniche per bambini.

Alla fine di ottobre il presidente francese, Emmanuel Macron, aveva annunciato e in parte messo in atto una serie di misure restrittive contro individui e organizzazioni legate all’Islam radicale dopo l’uccisione di Samuel Paty, l’insegnante di scuola media decapitato il 16 ottobre nella periferia nord di Parigi. Paty era stato ucciso da un ragazzo di 18 anni di origine cecena che aveva saputo, tramite i social network, che il professore aveva mostrato vignette satiriche sul profeta Maometto durante una lezione sulla libertà d’espressione. Il ragazzo, Abdoullakh Anzorov, viveva in una cittadina in Normandia, a circa 100 chilometri di distanza da Parigi, e non aveva legami né con il professore né con la scuola media in cui questi insegnava.

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