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  • Mercoledì 25 novembre 2020

La storia dei famosi murales di Maradona a Napoli

Il primo è del 1990, realizzato dopo la vittoria dello scudetto, il secondo è del 2017: raccontano il legame tra Maradona e Napoli

Il murale dedicato a Maradona nei quartieri spagnoli a Napoli (ANSA / CESARE ABBATE)
Il murale dedicato a Maradona nei quartieri spagnoli a Napoli (ANSA / CESARE ABBATE)

Il legame tra Diego Armando Maradona e Napoli è uno degli aspetti più noti della sua carriera. Con il Napoli, Maradona aveva giocato negli anni più importanti della sua carriera, vincendo tantissimo e diventando amatissimo dai tifosi e un simbolo di tutta la città. E la fama di Maradona, morto oggi a 60 anni, a Napoli è ben raccontata da due noti murales, dipinti ad anni di distanza e diventati a loro volta celebri.

Il primo e storico murale si trova nei quartieri spagnoli, in via Emanuele de Deo. Fu dipinto nel 1990, anno in cui il Napoli vinse il secondo scudetto in pochi anni, grazie soprattutto a Maradona. È un’opera di Mario Filardi, morto a Zurigo il 3 giugno del 2010, che nel 1990 aveva 23 anni.

La sorella Teresa ha raccontato a Il Napolista che il fratello Mario disegnò il murale prendendo spunto da una piccolissima fotografia di Maradona. Un capo ultras del Napoli organizzò una colletta tra gli abitanti di tutto il quartiere per realizzarlo. «Quando vincemmo il secondo scudetto, tutti i ragazzi tifosi del Napoli, capitanati da Bostik, vennero a chiamare Mario perché era bravo e gli chiesero di fare il disegno. Lavorò per due notti e tre giorni, lo aiutarono tenendo i fari delle macchine accese per illuminare il muro mentre lui disegnava», ha raccontato Teresa Filardi. «Non fece i piedi perché il muro non arrivava fino a terra ma la gamba piegata ricordo che aveva la scarpetta».

Il murale dedicato a Maradona nei quartieri spagnoli, prima del restauro (ANSA / CESARE ABBATE)

A murale finito, gli abitanti del quartiere organizzarono una festa con tanto di fuochi artificiali. Realizzato con semplice vernice, nel corso degli anni il murale ha iniziato a sbiadirsi. Ma il vero danno fu nel 1998, quando sul muro, esattamente nel punto in cui si trova il volto di Maradona, fu aperta una finestra.

Nel 2016, per iniziativa di Salvatore Iodice, artigiano e titolare di una bottega nei quartieri spagnoli, l’opera è stata restaurata. Al restauro ha contribuito anche il comune di Napoli, che ha messo a disposizione un carrello elevatore. Il tocco finale è arrivato nell’ottobre del 2017, quando lo street artist argentino Francisco Bosoletti ha disegnato nuovamente il volto nel murale di Diego Armando Maradona.

Un altro murale dedicato a Maradona si trova nel quartiere San Giovanni a Teducci. È stato dipinto sempre nel 2017 dallo street artist Jorit, napoletano, nato nel 1990, conosciuto in tutto il mondo per le sue enormi e realistiche opere che raffigurano volti di personaggi storici. È uno dei murale dedicati a Maradona più grandi al mondo. Jorit ha scelto di rappresentare Maradona non più calciatore, ma riproducendo una foto dell’epoca in cui allenava la nazionale argentina.

A Napoli, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, il murales di Jorit raffigurante Maradona (ANSA/CESARE ABBATE)

Sotto il volto di Maradona, Jorit ha scritto “Dios Umano”. «Maradona, oltre che per le sue gesta calcistiche, mi ha sempre colpito come essere umano, infatti nel murale non l’ho ritratto da giovane, ma contemporaneo a noi», ha detto in un’intervista a Repubblica. «Mi sento vicino a lui perché si è sempre schierato da parte delle battaglie dei popoli deboli, dei latinoamericani e dei palestinesi. Anche nel raccontare i suoi problemi, il rapporto tumultuoso con la famiglia e l’abuso di cocaina, non ne ha mai fatto vanto, anzi in quel caso è sempre emersa la sua inquietudine, la sua umanità. Trovo ipocrita giudicarlo».

(ANSA/CESARE ABBATE)

Nel 2017, Maradona ha ringraziato Jorit postando una foto del murale su Facebook: «Grazie Jorit! Grazie Napoli! Noi siamo una Tribù Umana! I segni rossi sul viso simboleggiano questo concetto».