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  • Martedì 17 novembre 2020

Chi è Nico Mannion, l’italiano al Draft NBA

Mercoledì notte il playmaker diciannovenne, figlio di un ex cestista americano e di una ex pallavolista italiana, può aggiungersi agli italiani in NBA

Nico Mannion con gli Arizona Wildcats (Ethan Miller/Getty Images)
Nico Mannion con gli Arizona Wildcats (Ethan Miller/Getty Images)

Il Draft della NBA, l’evento in cui le trenta squadre del campionato scelgono i migliori giovani giocatori in circolazione da aggiungere alle loro rose, si terrà negli studi televisivi di ESPN nella notte tra il 18 e il 19 novembre, e non tra maggio e giugno come da tradizione, a causa della pandemia e dello slittamento della passata stagione. Fra i giovani che probabilmente verrano chiamati al Draft c’è anche un italiano, Nico Mannion, playmaker diciannovenne proveniente dall’Università dell’Arizona che potrebbe diventare il quarto italiano in NBA nella stagione 2020/21 dopo Marco Belinelli, Danilo Gallinari e Nicolò Melli.

Mannion — il cui vero nome è Niccolò — è nato nel 2001 a Siena ed è figlio di Pace Mannion, ex cestista statunitense con una lunga carriera tra la NBA e la Serie A italiana, e di Gaia Bianchi, ex pallavolista di Guidonia. Il padre, originario di Salt Lake City, giocò in NBA con Golden State, Utah, New Jersey e Milwaukee prima di trasferirsi in Italia nel 1989. Ci rimase tredici anni, durante i quali giocò a Cantù, Treviso, Reggio Emilia e Caserta, città in cui conobbe la moglie. Dopo le ultime esperienze da giocatore del padre tra Siena e Cefalù, nel 2003 la famiglia fece ritorno negli Stati Uniti stabilendosi a Scottsdale, in Arizona.

Mannion è quindi cresciuto a Scottsdale e lì ha iniziato a giocare a basket. La sua carriera agonistica è cominciata nel 2015 con la squadra della Pinnacle High School, a nord di Phoenix. Con una media di 20.2 punti e 4.7 assist a partita il primo anno, 23.4/4.7 il secondo e 30.4/6.2 il terzo, Mannion è stato il leader della squadra, con la quale ha stabilito i nuovi record stagionali dell’istituto. Nel 2017 — anno in cui decise di accettare la chiamata dell’Italia andando a giocare gli Europei Under 17 — la rivista Sports Illustrated lo descrisse come un quindicenne prodigio, e infatti ha potuto scegliere l’università per la quale andare a giocare con un anno di anticipo rispetto alla media.


Scelse l’Università dell’Arizona di Tucson, per la cui squadra sono passati ben settantadue giocatori NBA, molti dei quali playmaker come Mannion: su tutti Steve Kerr, Damon Stoudamire e Gilbert Arenas. Per osservatori ed esperti, la grande tradizione di playmaker usciti dall’istituto dovrebbe continuare con Mannion, nonostante abbia disputato una sola stagione universitaria, peraltro interrotta dalla pandemia, tenendo una media di 14 punti e 5.3 assist a partita, da esordiente. Pur essendo ancora in piena fase di sviluppo, ha un fisico esile per la NBA ma è aiutato dal suo metro e 91 centimetri di altezza e dalla potenza esplosiva che ha nelle gambe.

Al draft potrebbe essere selezionato tra la decima e la trentesima chiamata, tra le prime e seconde scelte. In questi giorni si è allenato davanti agli osservatori dei Los Angeles Lakers, la squadra per cui tifa, che sarebbero alla ricerca di nuovi playmaker, ma secondo le ultime indiscrezioni potrebbe essere chiamato dai Sacramento Kings, dai Boston Celtics o dagli Utah Jazz, la squadra della città da cui proviene il padre. Se nella prossima stagione dovesse quindi esordire nel miglior campionato di basket al mondo, non sarà comunque il suo esordio tra i professionisti, avvenuto già due anni fa con l’Italia nelle qualificazioni ai Mondiali in Cina.