I pesci spada usano la spada per combattere?

Si sa che lo fanno per ferire i pesci più piccoli, ma ora si pensa che la utilizzino anche per combattere con gli altri predatori

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Nel 2016, sulla riva di una spiaggia di Valencia, in Spagna, la polizia ritrovò uno squalo blu che aveva la testa infilzata da un oggetto lungo e appuntito. Per capire cosa fosse successo, e se si trattasse di un caso di bracconaggio, la polizia coinvolse Jaime Penadés-Suay, un ricercatore dell’Università di Valencia che si occupa della ricerca sugli squali. Inizialmente Penadés-Suay pensò che fosse impossibile, ma poi fu certo che quello che aveva infilzato lo squalo era la “spada”, la caratteristica estensione della mascella superiore di un pesce spada. Da quel momento sulle spiagge di diversi paesi del Mediterraneo sono stati ritrovati almeno altri sei squali infilzati da un pesce spada, e per gli scienziati potrebbe essere la prova che questi animali usano effettivamente la loro “arma” contro altri predatori.

Il pesce spada (Xiphias gladius) vive in tutti i mari e gli oceani del mondo, principalmente nelle acque temperate e tropicali, ma talvolta si trova anche in acque più fredde. È un pesce molto pescato e consumato, che cresce in media fino a 3 metri di lunghezza. Fa parte dei cosiddetti pesci predatori, e a sua volta di predatori ne ha molto pochi: per questo, sebbene sia stato ampiamente riscontrato che i pesci spada feriscano i pesci più piccoli con la loro “spada” – e qualche volta oggetti e persone – adesso si sta osservando un comportamento che prima non era stato preso in considerazione.

Una delle ricerche che hanno approfondito la questione degli attacchi dei pesci spada agli squali è quella di uno studente dell’Università di Vienna, Patrick Jambura. Il suo studio riguarda il caso di uno squalo volpe adulto che era stato trovato morto sulla riva di una spiaggia in Libia, infilzato proprio da un pesce spada.


Nella maggior parte dei casi gli squali che sono stati ritrovati morti attaccati da pesci spada erano squali blu o squali mako. Sono specie che si nutrono di giovani pesci spada, una cosa che potrebbe spiegare l’utilizzo della “spada” da parte di questi ultimi per difendersi dai predatori.

Rispetto allo squalo blu, che solitamente misura dai 2 ai 3 metri, squali come quello che è stato trovato in Libia sono però più grossi e possono superare anche i 7 metri.

Gli scienziati hanno osservato che la “spada” che aveva infilzato questo squalo apparteneva a un pesce spada adulto, che solitamente non è una preda degli squali volpe. In più, per quanto i pesci spada siano veloci, la perdita di parte della mascella li rende ancora più veloci e per loro non è fatale. Una delle ipotesi che hanno avanzato i ricercatori, quindi, è che i pesci spada siano disposti a rischiare di perdere un pezzo per combattere i rivali con cui si contendono il cibo: forse anche perché per via della pesca commerciale nel Mediterraneo ci sono sempre meno prede.

Secondo Penadés-Suay non ci sarebbero altri motivi per cui i pesci spada dovrebbero voler combattere con squali così grossi, se non quello di proteggere il proprio territorio.

Dal momento che si sa ancora molto poco sul comportamento dei pesci spada, Penadés-Suay ha detto che ci sarà bisogno anche della collaborazione dei pescatori: può darsi che in passato abbiano trovato squali infilzati senza sapere che poteva essere stato un pesce spada.

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