In Nigeria la polizia ha sparato sui manifestanti: almeno 12 persone sarebbero morte

(AP Photo/Nardus Engelbrecht)
(AP Photo/Nardus Engelbrecht)

Secondo Amnesty International in Nigeria almeno 12 persone sarebbero morte, e centinaia sarebbero state ferite, dopo che l’esercito e la polizia martedì hanno sparato contro manifestanti disarmati che protestavano contro l’uso della forza da parte della stessa polizia in due quartieri di Lagos, la città più grande del paese. L’esercito ha negato il proprio coinvolgimento nelle uccisioni dei civili e ha parlato di “fake news”.

Patricia Scotland, segretaria generale del Commonwealth, Dominic Raab, ministro degli Esteri britannico, e Moussa Faki, presidente della Commissione dell’Unione Africana (l’organizzazione internazionale comprendente tutti gli Stati africani), hanno condannato le violenze. Scotland ha definito gli attacchi dei militari contro i manifestanti «atti vigliacchi». Mercoledì il vicepresidente della Nigeria, Yemi Osinbajo, ha promesso giustizia per i manifestanti uccisi o feriti.

Le proteste era inizialmente contro l’uso della forza da parte della polizia, in particolare da parte delle Special Anti-Robbery Squad (SARS), unità da anni accusate di gravi violazioni dei diritti umani di cui i manifestanti chiedevano l’abolizione. Le proteste si sono però ampliate e i manifestanti hanno chiesto una più generale riforma del paese. Vanno avanti da inizio ottobre e, secondo quanto scrive il New York Times, sarebbero portate avanti, diversamente rispetto al passato, da giovani della classe media, ben istruiti, delle città del sud e del centro del paese, e in condizioni generali migliori rispetto alle generazioni precedenti.

Le manifestazioni hanno avuto sempre più visibilità internazionale, anche grazie ai messaggi di solidarietà di nigeriani famosi nel mondo, anche in Italia: sabato i giocatori della Serie A Victor Osimhen del Napoli e Simy del Crotone hanno mostrato una maglietta con scritto #EndPoliceBrutalityInNigeria, esultando dopo aver segnato un gol.