La procura di Massa ha chiesto che Marco Cappato e Mina Welby siano processati in appello per aver aiutato il suicidio di Davide Trentini

Marco Cappato e Mina Welby dopo l'assoluzione nel processo per la morte di Davide Trentini. Massa, 27 luglio 2020 (ANSA/MANUELA D'ANGELO)
Marco Cappato e Mina Welby dopo l'assoluzione nel processo per la morte di Davide Trentini. Massa, 27 luglio 2020 (ANSA/MANUELA D'ANGELO)

La procura di Massa ha fatto ricorso in appello contro la sentenza di primo grado dello scorso 28 luglio in cui Marco Cappato e Mina Welby erano stati assolti dall’accusa di aver aiutato il suicidio di Davide Trentini, 53 anni, malato di sclerosi multipla. Il 13 aprile del 2017 Trentin aveva fatto ricorso al suicidio assistito a Basilea, in Svizzera, ma Welby e Cappato erano stati assolti perché il fatto non sussisteva per l’istigazione al suicidio, e perché il fatto non costituiva reato per l’aiuto al suicidio.

A dare la notizia è stato lo stesso Cappato, che sul suo profilo Twitter ha scritto: «Credevate mi avessero assolto? E invece. Il Pubblico Ministero (che già chiese per me e Mina il carcere) si è appellato contro l’assoluzione. Ci sarà un nuovo processo in Corte d’Appello. In attesa che il Parlamento si faccia vivo».

Il giorno dopo la morte di Trentini, Cappato e Welby, tesoriere e co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, si presentarono ai carabinieri di Massa, città di Trentini, per autodenunciarsi, facendo così partire il procedimento penale. La sentenza di Massa era arrivata dopo quella del dicembre del 2019 in cui Cappato era stato assolto per lo stesso reato per la morte del quarantenne milanese tetraplegico Fabiano Antoniani, più noto come dj Fabo.