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  • Mercoledì 30 settembre 2020

C’è tutto, tranne te

È stato ripubblicato "Stoner", il romanzo della "resilienza" scritto da John Williams, insieme a una sua raccolta di poesie

(Nocella/Three Lions/Getty Images)
(Nocella/Three Lions/Getty Images)

«Others may
Yet we cannot
Come again
To this same spot,
Though I stand here
In the falling year
And think of us
On that summer day.
No moment pauses
For our return;
Held deep in time,
We gain our losses
By the love we earn»

«Altri potranno,
ma non noi
tornare a visitare
questo luogo,
anche se ancora resto
al termine dell’anno
a immaginarci qui
in quel giorno d’estate.
Non un istante di tregua
per il nostro ritorno;
dal profondo del tempo,
ci guadagniamo le nostre perdite
con l’amore che abbiamo meritato»

John Williams, una strofa di A Summer Day (Un giorno d’estate), dalla raccolta The Necessary Lie (La necessaria menzogna), pubblicata nel 1965.

In Italia la raccolta è stata appena pubblicata da Mondadori, nella traduzione di Stefano Tummolini, insieme al romanzo Stoner, il più noto di Williams, che venne riscoperto nel 2012 a quasi 50 anni dalla pubblicazione e che divenne un caso editoriale, come avevamo raccontato qui.

La copertina della nuova edizione di Stoner, pubblicata da Mondadori

Questo è anche l’anno giusto per riproporre Stoner, il libro che contribuì alla fortuna di una delle parole più scritte e ripetute in questi tempi: resilienza. Il protagonista del suo libro è un grigio insegnante universitario, legato a un matrimonio infelice e a una vita che avanza monotona e senza speranza; lui sopporta tutto con mite e passiva strenuità, trovando identità e valore nell’insegnamento e nella passione letteraria.

– Leggi anche: 7 cose su “Stoner”, «il più grande romanzo americano di cui non avete mai sentito parlare»

Nell’introduzione al libro, Tummolini ha raccontato un’iniziale difficoltà nel tradurre i versi della raccolta, che «mi risultavano oscuri. Leggevo e rileggevo senza venirne a capo». Poi dopo aver studiato «con fatica» le poesie e averle «analizzate, dissezionate, ricomposte», «ho capito che non bastava, mi sono arreso al loro mistero. E amandole, forse, le ho comprese».