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  • Domenica 27 settembre 2020

Chi è la giudice proposta da Trump per la Corte Suprema

Si chiama Amy Coney Barrett, è una cattolica conservatrice e potrebbe spostare la Corte a destra per parecchi anni

Donald Trump e Amy Coney Barrett alla Casa Bianca, 26 settembre 2020 (AP Photo/Alex Brandon)
Donald Trump e Amy Coney Barrett alla Casa Bianca, 26 settembre 2020 (AP Photo/Alex Brandon)

Ieri il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato ufficialmente che proporrà la giudice Amy Coney Barrett come nuovo membro della Corte Suprema per sostituire la celebre giurista Ruth Bader Ginsburg, morta una settimana fa. Trump ha lasciato intendere più volte di aver scelto Barrett per le sue posizioni molto conservatrici su alcuni dei temi più cari alla base Repubblicana come l’interruzione di gravidanza, il diritto di possedere armi e l’estensione del sistema sanitario nazionale. Coney Barrett, comunque, è descritta in maniera piuttosto trasversale come una brillante giurista e un’ottima professoressa, anche da persone che non condividono le sue idee.

Coney Barrett ha 48 anni ed è nata a New Orleans, in Louisiana. Suo padre era un avvocato che lavorava per le aziende petrolifere, sua madre faceva la casalinga. A ventuno anni sposò Jesse Barrett, un avvocato con una lunga carriera da procuratore. I Barrett vivono a South Bend, in Indiana, e hanno sette figli: due di loro sono stati adottati e hanno origini haitiane, mentre il più giovane ha la sindrome di Down. Coney Barrett è dichiaratamente cattolica e fa parte di una congregazione di cattolici conservatori chiamata People of Praise.

Coney Barrett ha dedicato buona parte della sua vita alla carriera accademica: ha insegnato alla George Washington University Law School e dal 2002 lavora all’università di Notre Dame, in Indiana, dove è stata eletta per tre volte professore dell’anno. Ha anche avuto esperienze da avvocato e giurista: fra il 1998 e il 1999 lavorò come collaboratrice per il giudice della Corte Suprema Antonin Scalia, morto nel 2o16 e considerato il più influente giudice conservatore dell’ultimo mezzo secolo.

Nel 2017 l’amministrazione Trump la nominò giudice della Corte di Appello che ha giurisdizione su Illinois, Indiana e Wisconsin, ma da diverso tempo sembrava che Trump stesse «conservando» Coney Barrett per un posto ancora più prestigioso, come aveva detto una fonte ad Axios l’anno scorso: l’età relativamente giovane di Coney Barrett può potenzialmente influenzare la Corte Suprema per i prossimi tre decenni e spostarla decisamente a destra, da molti anni un obiettivo dichiarato di militanti e funzionari del Partito Repubblicano (al momento i giudici nominati da presidenti Repubblicani sono 5, quelli nominati da Democratici sono scesi a 3 dopo la morte di Ginsburg).

Già nel 2017 Coney Barrett si fece notare durante il suo processo di conferma al Senato, quando rispose piuttosto fermamente a una domanda della senatrice Democratica Dianne Feinstein sulle eventuali interferenze fra le sua fede cattolica e l’autonomia di pensiero richiesta a un giudice. Coney Barrett rivendicò l’influenza della fede nella sua vita, spiegando però che non avrebbe interferito sulle sue capacità di giudizio.

In questi giorni i giornali americani stanno recuperando decine di discorsi pubblici, articoli e sentenze scritte da Coney Barrett per capire come la pensi su alcuni temi fondamentali su cui verosimilmente dovrà prendere posizione nei prossimi anni se verrà confermata alla Corte Suprema (in Senato, l’unica camera coinvolta, i Repubblicani sembrano avere i numeri per approvare la sua nomina senza troppi patemi).

Sull’interruzione di gravidanza, un tema molto caro alla destra religiosa, il New York Times nota che la nomina di Coney Barrett è appoggiata da diversi gruppi che vorrebbero vietarla a livello nazionale. Coney Barrett non ha mai commentato direttamente la celebre sentenza Roe contro Wade, che nel 1973 riconobbe il diritto all’aborto in tutti gli stati, ma diversi esperti sono convinti che se ne avesse occasione voterebbe per abolirla: sia per la sua fede cattolica conservatrice sia per l’adesione a una corrente di pensiero chiamata originalismo – promossa fra gli altri proprio da Antonin Scalia – che si pone come obiettivo quello di interpretare i testi costituzionali alla lettera. E dato che nella Costituzione statunitense l’interruzione di gravidanza non viene citata, sostengono i suoi seguaci, non c’è motivo di legiferarla a livello nazionale.

«Tendo a pensare che i giudici abbiano un obbligo nei riguardi della Costituzione», scrisse nel 2013 Coney Barrett per la Texas Law Review: «e che di conseguenza sia più legittimo applicare quella che ritiene la sua migliore interpretazione del testo, piuttosto che difendere una misura che ritiene chiaramente in conflitto, anche se costituisce un precedente giuridico».

A giudicare dalle sentenze e dai suoi discorsi, inoltre, Coney Barrett è piuttosto allineata col pensiero conservatore per quanto riguarda il diritto a possedere armi – l’anno scorso criticò una legge federale che ne proibiva il possesso a persone condannate per certi crimini, sostenendo che dovesse limitarsi ai crimini violenti – e sulla pena di morte, che nonostante la sua fede cattolica ha approvato nei confronti di alcuni condannati durante i suoi anni da giudice.