Michael Jordan sarà proprietario di una squadra NASCAR con Bubba Wallace come pilota

Michael Jordan durante il suo discorso alla commemorazione di Kobe Bryant, a Los Angeles, in California, negli Stati Uniti, il 24 febbraio 2020 (ANSA/EPA/ETIENNE LAURENT)
Michael Jordan durante il suo discorso alla commemorazione di Kobe Bryant, a Los Angeles, in California, negli Stati Uniti, il 24 febbraio 2020 (ANSA/EPA/ETIENNE LAURENT)

L’ex giocatore di basket Michael Jordan e il pilota Denny Hamlin saranno proprietari di una squadra automobilistica che correrà nel campionato statunitense della NASCAR e che avrà come pilota Bubba Wallace: sarà la prima squadra della competizione ad avere un proprietario e un pilota di punta afroamericani.

Jordan, che è anche proprietario della squadra di basket degli Charlotte Hornets, ha scritto che nella NASCAR storicamente ci sono stati pochi proprietari neri, ma che è il momento giusto per un cambiamento nel campionato che si sta evolvendo e aprendo ai cambiamenti sociali. Jordan, che all’inizio di quest’anno ha promesso di investire 100 milioni di dollari in 10 anni per iniziative contro il razzismo sistemico, ha detto che il suo passaggio alla NASCAR sarà «un altro passo verso l’uguaglianza razziale».

Lo scorso 21 giugno a Talladega, in Alabama, nel sud degli Stati Uniti, era stato trovato un cappio in uno dei box delle auto che erano lì per correre una prova del campionato NASCAR. Era il box in cui si trovava l’auto di Darrell “Bubba” Wallace Jr., l’unico pilota nero del campionato, che nei giorni precedenti si era schierato apertamente a favore del movimento “Black Lives Matter”,  e contro l’uso – da parte di alcuni tifosi e su certi circuiti NASCAR – della bandiera confederata, ritenuta un simbolo razzista, e che ora correrà per la scuderia di Michael Jordan.

La presenza del cappio era stata interpretata dai media di tutto il mondo come un’intimidazione razzista nei confronti di Wallace. Successive indagini condotte dall’FBI sul “cappio” trovato nel box in cui si trovava l’auto di Wallace avevano però appurato che non si trattava di un’intimidazione, bensì di una corda utilizzata come maniglia di una porta del garage, che si era lì dallo scorso anno. Secondo l’FBI non era stato «commesso alcun reato federale».