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  • Sabato 12 settembre 2020

Il coronavirus ha conseguenze anche sulla raccolta differenziata

In Italia per ora le cose stanno andando bene ma in altri paesi stanno aumentando molto i rifiuti indifferenziati, con gravi conseguenze per gli impianti di smaltimento

(EPA/ ALEX PLAVEVSKI / ANSA)
(EPA/ ALEX PLAVEVSKI / ANSA)

La pandemia da coronavirus ha avuto conseguenze anche sul modo in cui viene gestito lo smaltimento dei rifiuti e in particolare sulla raccolta differenziata, uno dei tanti strumenti per ridurre l’impatto degli esseri umani sull’ambiente. Mentre in Italia il ciclo dei rifiuti non sembra aver subito particolari modifiche, in paesi come gli Stati Uniti l’aumento della raccolta indifferenziata a discapito di quella differenziata ha raggiunto livelli emergenziali ed evidenziato le vulnerabilità del sistema di gestione e smaltimento dei rifiuti. In più, secondo alcuni la pandemia avrebbe compromesso l’utilità stessa della raccolta differenziata, mettendo in crisi un sistema che aveva già alcuni aspetti critici.

Una delle ragioni per cui il ministero dell’Ambiente italiano sta monitorando con maggiore scrupolo la situazione dei rifiuti è che nella già grande quantità di rifiuto indifferenziato ora finiscono sia i dispositivi di protezione individuale usa e getta che vengono utilizzati per contrastare la diffusione del virus, come mascherine e guanti, sia prodotti che normalmente avremmo condiviso o riutilizzato qualche volta in più, mentre ora preferiamo gettare dopo un solo utilizzo. Inoltre, per limitare la diffusione del contagio da coronavirus, chi è risultato positivo al tampone o si trova in quarantena obbligatoria non deve differenziare i rifiuti domestici, bensì gettarli tutti insieme in un unico sacchetto, che poi deve essere a sua volta chiuso con attenzione in almeno un altro sacchetto e possibilmente gettato in un cassonetto con apertura a pedale.

Tutto questo avrebbe potuto far crescere di molto la quantità dei rifiuti indifferenziati e mettere in crisi gli impianti di smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, stando ai dati che forniscono diverse aziende di igiene ambientale e Utilitalia, federazione di aziende che operano nel settore e che si è occupata di tracciare le loro attività, in Italia la situazione oggi non è preoccupante.

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Utilitalia ha spiegato che in Italia a causa del lockdown c’è stato un calo generale di tutti i rifiuti prodotti (intorno al 15 per cento), ma non si è registrata una sensibile diminuzione percentuale della raccolta differenziata: gli italiani hanno mantenuto le precedenti abitudini in termini di differenziazione dei rifiuti.

Secondo i dati raccolti nell’Annuario dei dati ambientali del 2019 elaborato dall’ISPRA, nel 2018 ogni cittadino italiano ha prodotto poco meno di 500 chilogrammi di rifiuti urbani (circa 20 chili in più rispetto alla media europea). Nel 2018 la raccolta differenziata su scala nazionale in Italia ha raggiunto il 58,1 per cento del totale, con un aumento di 2,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente, e il trend è in crescita. Il nord Italia è l’area più virtuosa, con una media del 67,7 per cento, mentre il sud è quella coi valori più bassi (46,1 per cento); nel centro Italia viene destinato alla raccolta differenziata in media il 54,1 per cento dei rifiuti.

AMA, l’azienda municipalizzata che si occupa di rifiuti a Roma, ha comunicato che nonostante alcune eccezioni, motivate dallo scarico illecito di materiali ingombranti, a partire dalla fine di luglio le tonnellate di rifiuti raccolti ogni settimana sono state sostanzialmente in linea sia con la “fase 3” dell’epidemia da coronavirus, sia con gli stessi periodi dell’anno precedente.

Operatore ecologico a Roma (Matteo Nardone/ Pacific Press via ZUMA Wire / ANSA)

AMSA, l’azienda che si occupa del servizio di igiene ambientale a Milano e provincia, ha fatto sapere che in questi mesi non ci sono state modifiche né incrementi nel ciclo di raccolta dei rifiuti indifferenziati. Anche i dati di AMSA sottolineano che il trend della raccolta differenziata nella zona è stabilmente in crescita, con una percentuale che nei primi sei mesi del 2020 ha superato il 62 per cento (+0,8 per cento rispetto ai primi sei mesi del 2019).

L’unica cosa che è stata riscontrata in tutta Italia, come hanno spiegato sia Utilitalia sia AMSA, è una contrazione dei quantitativi di rifiuti raccolti, inferiore del 15,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019: a Milano, per esempio, sono state raccolte 302.572 tonnellate nel 2020 contro le 357.227 dell’anno precedente. Secondo AMSA e Utilitalia il calo è da imputare ai consumi ridotti per via della chiusura di numerosi uffici, attività commerciali, hotel e ristoranti durante il periodo dell’epidemia.

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Se in Italia le cose non stanno andando male, però, in altri paesi la grande quantità di rifiuti indifferenziati sta facendo collassare gli impianti di raccolta e smistamento. Secondo quanto ha ricostruito BBC, per esempio, in Turchia vengono bruciate per strada grandi quantità di rifiuti di plastica provenienti dal Regno Unito perché gli impianti delle aziende che comprano i rifiuti dall’estero per smaltirli poi non sono in grado di gestirne una quantità così grossa.

Anche in diverse città degli Stati Uniti è stato osservato un grande aumento dei rifiuti indifferenziati fin dalla scorsa primavera. Secondo la Solid Waste Association of North America, che si occupa di analizzare il ciclo dei rifiuti negli Stati Uniti, la quantità di rifiuti indifferenziati è aumentata in media del 20 per cento, e secondo le fonti locali a Chicago è aumentata anche del 50 per cento. A peggiorare la situazione c’è il fatto che in alcune zone degli Stati Uniti la raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti è stata sospesa per evitare la diffusione dei contagi da coronavirus, e si stima che il servizio verrà interrotto o limitato anche in altre aree per mancanza di fondi.

Questo problema si aggiunge al fatto che negli Stati Uniti, il paese che da solo produce oltre il 12 per cento dei rifiuti di tutto il mondo, soltanto il 35 per cento dei rifiuti raccolti tramite raccolta differenziata viene riciclato. I problemi di gestione nel ciclo dei rifiuti e il fatto che sembri sempre più difficile capire quali articoli potranno essere effettivamente riciclati hanno portato alcune persone a interrogarsi sull’utilità della raccolta differenziata.