L’atleta sudafricana Caster Semenya dovrà ridurre il proprio tasso di testosterone per gareggiare

L'atleta sudafricana Caster Semenya, il 3 marzo 2019 (Francois Nel/Getty Images)
L'atleta sudafricana Caster Semenya, il 3 marzo 2019 (Francois Nel/Getty Images)

Il Tribunale federale svizzero, il tribunale di più alto grado della Svizzera, ha rigettato il ricorso dell’atleta olimpionica Caster Semenya e della Federazione sudafricana d’atletica sulla decisione del Tribunale arbitrale internazionale dello sport di Losanna (TAS) che, nel 2019, aveva stabilito che Semenya dovesse sottoporsi a cure per diminuire il proprio livello di testosterone per poter gareggiare.

Il caso che riguarda Semenya e i suoi ormoni va avanti da anni. Nel 2009 l’atleta sudafricana aveva vinto la medaglia d’oro negli 800 metri femminili ai Mondiali di atletica leggera di Berlino con un vantaggio molto netto. La vittoria fu contestata a causa dei tratti mascolini di Semenya, che secondo alcuni mettevano in dubbio che l’atleta fosse una donna, perciò l’Associazione internazionale delle federazioni di atletica leggera (IAAF) aveva organizzato una serie di test per verificare il suo genere. Nel 2010 Semenya ottenne l’autorizzazione per tornare a competere, anche se i risultati degli esami non furono mai comunicati in rispetto della sua privacy.

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Nel 2011 però la IAAF introdusse un regolamento sull’iperandrogenismo, ovvero la condizione che si verifica quando il corpo di una donna produce naturalmente alti livelli di ormoni maschili, alti al punto da far presumere che ne possa trarre dei vantaggi competitivi. La vicenda legale tra Semenya e il TAS era cominciata quando l’anno scorso l’atleta aveva fatto ricorso contro il regolamento della IAAF, che le impediva di gareggiare tra le professioniste tra i 400 e i 1500 metri piani senza abbassare il proprio tasso di testosterone. Il TAS aveva riconosciuto che le regole della IAAF sui casi di iperandrogenismo fossero discriminatorie, ma le aveva comunque ritenute “necessarie” per assicurare la validità e la competitività delle gare, rigettando il ricorso di Semenya. Ora il Tribunale federale svizzero, che a giugno aveva sospeso la decisione del TAS in attesa del proprio giudizio, ha confermato la decisione.