Quasi 300 profughi rohingya sono sbarcati in Indonesia dopo sei mesi in mare

(AP Photo/Zik Maulana)
(AP Photo/Zik Maulana)

Lunedì 7 settembre quasi 300 profughi di etnia rohingya sono sbarcati su una spiaggia di Aceh, regione dell’Indonesia che si trova nell’isola di Sumatra. I profughi appartenenti alla minoranza musulmana del Myanmar sono rimasti in mare, su un’imbarcazione di legno, per circa sei mesi dopo che sia la Malesia che il Bangladesh si erano rifiutati di farli sbarcare, per paura che fra i rifugiati ci fossero casi di contagio da coronavirus.

Il capo della polizia di Aceh, Iptu Irwansya, ha spiegato che i rohingya sbarcati sono 297, tra cui 181 donne e 14 bambini. Il responsabile della Croce Rossa della città di Lhokseumawe, Junaidi Yahya, ha detto che i rifugiati sono stati isolati in un centro temporaneo di detenzione proprio per i timori di contagio da coronavirus.

A giugno i pescatori di Aceh avevano salvato più di 100 rifugiati rohingya, tra cui 79 donne e diversi bambini, dopo che le autorità indonesiane avevano inizialmente minacciato di respingerli. Centinaia di rohingya nei mesi scorsi si erano imbarcati per sfuggire alle persecuzioni in Myanmar e dai campi profughi in Bangladesh, cercando rifugio in altre nazioni del sud-est asiatico, ma erano stati respinti per le restrizioni dovute alla pandemia. I rifugiati sbarcati lunedì sarebbero salpati dal Bangladesh meridionale alla fine di marzo o all’inizio di aprile, ed erano inizialmente diretti in Malesia.

I rifugiati rohingya per fuggire dai paesi in cui sono perseguitati si affidano a trafficanti che promettono loro di farli arrivare in altri paesi. Secondo Chris Lewa, direttore dell’Arakan Project, un’associazione senza scopo di lucro che si occupa della crisi umanitaria dei rohingya, i trafficanti avevano fatto imbarcare i profughi in fuga su diverse barche. Alcuni rohingya erano riusciti a giugno a sbarcare in Malesia e Indonesia, ma altre centinaia erano rimasti in mare. Sempre secondo Lewa i trafficanti avrebbero tenuto “in ostaggio” i rifugiati perché non tutti avevano pagato per il viaggio. Non è chiaro se ora i profughi siano stati fatti sbarcare dopo aver pagato e come siano sopravvissuti in mare per sei mesi.