Il comune di Roma vuole chiedere i fondi europei per costruire la funivia

È tra i progetti romani che la giunta di Virginia Raggi vorrebbe finanziare con i soldi del Recovery Fund

(ANSA/FABIO FRUSTACI)
(ANSA/FABIO FRUSTACI)

Giovedì sera alla trasmissione di La7 In Onda la sindaca di Roma Virginia Raggi ha confermato di aver mandato al governo un piano per chiedere 25 miliardi dei 209 previsti per l’Italia dal Fondo per la ripresa stanziato dall’Unione Europea. Nel piano del comune di Roma (PDF), si chiedono fondi per finanziare diverse opere pubbliche tra cui anche la famigerata funivia di cui si parla dai tempi della campagna elettorale del 2016. Il progetto, comprensivo della «connessione ettometrica Belsito-Medaglie d’oro» dovrebbe costare 35 milioni di euro secondo le previsioni della giunta, per essere realizzato entro sette anni.

La proposta è destinata a suscitare discussioni e polemiche, in una città in cui il trasporto pubblico è ampiamente deficitario anche in zone molto centrali – per non parlare delle periferie – e gli stessi autobus sono così pochi da prendere fuoco con una certa regolarità a causa del sovrautilizzo e della scarsa manutenzione. In un articolo pubblicato oggi sul Messaggero, il docente universitario (e blogger del Post) Marco Simoni scrive:

Non è un piano, non è una visione, è una lunga lista dei desideri. Si chiedono 25 miliardi per 159 progetti diversi che spaziano dalla creazione di un rating delle piccole e medie imprese, alla formazione innovativa in nuove professioni (sic), alla funivia Clodio-Monte Mario-Ponte della Musica. Non è purtroppo uno scherzo, il Comune di Roma chiede all’Europa i soldi, tra le altre cose, per la famosa funivia.

Ma il Recovery Fund, o meglio il Next Generation EU non può essere ridotto a una burla su Internet, ma un fondamentale snodo della storia Europea, in cui lo sforzo finanziario collettivo deve corrispondere a una presa di responsabilità piena dei territori e delle città, che devono almeno provare ad essere all’altezza. E’ un momento che definisce una intera generazione. […]

La rinascita di Roma passa per una nuova stagione di crescita economica che non arriva dalla sommatoria di tante voci di spesa slegate le une dalle altre, ma dalla nascita di nuove realtà, autenticamente innovative; dalla crescita e sviluppo di nuovi settori. Roma ha tante vocazioni, vere, serie, profonde. Non bisogna inventarsi idee strampalate, bisogna pensare programmi pluriennali, di dimensione e ambizioni adeguate, e poi eseguirli.