L’India ha deciso di bloccare 118 app cinesi

Un'immagine della finale della Coppa del mondo 5v5 del videogioco mobile "Glory Of Kings 2020" di Tencent, il 16 agosto 2020 a Pechino, in Cina. (Lintao Zhang/Getty Images)
Un'immagine della finale della Coppa del mondo 5v5 del videogioco mobile "Glory Of Kings 2020" di Tencent, il 16 agosto 2020 a Pechino, in Cina. (Lintao Zhang/Getty Images)

Il 2 settembre l’India ha deciso di bloccare 118 app di società cinesi per potenziali problemi per la sicurezza nazionale, tra cui i principali giochi di aziende come Tencent e NetEase e applicazioni di grandi società tecnologiche cinesi come Baidu e Ant Group, affiliata di Alibaba.

Il ministro indiano dell’Elettronica e della Tecnologia dell’informazione ha detto che le app sono state vietate «poiché, alla luce delle informazioni disponibili, sono impegnate in attività che potrebbero mettere in pericolo la sovranità e l’integrità dell’India, la difesa dell’India e la sicurezza dello stato e dell’ordine pubblico».

Il governo indiano ha dichiarato di aver «ricevuto molte denunce da varie fonti», comprese segnalazioni di «uso improprio di alcune app disponibili su piattaforme Android e iOS utilizzate per rubare e trasmettere dati degli utenti senza autorizzazione a server al di fuori dell’India». Al momento, nonostante la decisione, le app sono ancora disponibili in India sia sull’App Store di Apple e che sul Play Store di Google, ma è probabile che verranno rimosse a breve.

Lo scorso giugno il governo indiano aveva annunciato di aver deciso di bloccare 59 app per dispositivi mobili, tutte sviluppate da aziende cinesi. Tra le app bloccate ci sono TikTok, che proprio in India aveva il suo più grande mercato al mondo, WeChat, le app per fare videochiamate sviluppate da Xiaomi, il popolare gioco Clash of Kings e molte altre. Le motivazioni del blocco erano le stesse di quello deciso il 2 settembre.

La decisione del governo indiano arriva mentre si sono riaccese le tensioni con la Cina nella regione del Ladakh, territorio indiano al confine con la Cina tra le catene del Karakorum e dell’Himalaya, per una vecchia disputa territoriale. Lo scorso giugno le tensioni avevano portato a uno scontro tra gli eserciti dei due paesi e almeno 20 soldati indiani erano stati uccisi da forze militari cinesi.