L’India dice che almeno 20 suoi soldati sono stati uccisi negli scontri con le forze cinesi

Sono gli scontri più gravi dal 1975, e ci sarebbero anche diversi soldati scomparsi, forse catturati dalla Cina

Un uomo indiano brucia una foto del presidente cinese Xi Jinping (AP Photo/Ajit Solanki)
Un uomo indiano brucia una foto del presidente cinese Xi Jinping (AP Photo/Ajit Solanki)

Secondo l’India, almeno 20 soldati indiani sono stati uccisi da forze militari cinesi durante gli scontri di confine avvenuti lunedì sera nella regione del Ladakh, territorio indiano tra le catene del Karakorum e dell’Hymalaya: gli scontri sono stati i più gravi dal 1975. Inizialmente si era parlato di tre soldati uccisi, ma martedì un portavoce dell’esercito indiano ha detto che altri 17 militari sono morti in un secondo momento per le ferite riportate. Diversi soldati indiani, inoltre, risultano scomparsi, e l’India teme che possano essere stati catturati dai militari cinesi. Per il momento la Cina non ha commentato le ultime dichiarazioni dell’esercito indiano.

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Le tensioni tra India e Cina riguardo questioni di confine vanno avanti da decenni: le più recenti sono iniziate il 5 maggio al lago Pangong Tso, nel Ladakh, dopo una schermaglia tra i due eserciti. Nelle settimane successive la Cina ha dispiegato migliaia di soldati – non è chiaro quanti di preciso – lungo il confine, e la stampa indiana ha parlato di immagini satellitari che mostrano la costruzione di una base aerea cinese a poche decine di chilometri.

Ashok K. Kantha, ex ambasciatore indiano in Cina, ha detto che «questa escalation è seria, non penso sia solo un incidente locale: il comportamento cinese è più aggressivo questa volta» spiegando che i soldati coinvolti sono molti di più di quanto fosse normale per il Ladakh.

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