Il viceministro Sileri dice che «Immuni è stata un flop tra i giovani»

«Ora sarebbe utile inserirla nei protocolli operativi, come quello per il rientro a scuola»

(ANSA/LUCA ZENNARO)
(ANSA/LUCA ZENNARO)

In un’intervista alla Stampa, il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha parlato del piano allo studio del governo per aumentare il numero di tamponi giornalieri e dell’andamento di Immuni, l’app per il tracciamento dei contagi, dicendo che l’app sia stata finora “un flop”, a causa del basso numero di persone che l’hanno scaricata.

Per essere efficace, infatti, l’app necessita che venga installata sugli smartphone del maggior numero possibile di cittadini, ma finora è stata scaricata solo da 5 milioni di persone, secondo gli ultimi dati del 24 agosto. L’app è stata quindi scaricata solo da circa il 13 per cento degli italiani in possesso di uno smartphone, mentre l’obiettivo fissato lo scorso aprile dal governo, come riporta Pagella Politica, era che venisse scaricata da almeno il 6o per cento della popolazione. Non ci sono dati pubblici sulla distribuzione demografica dell’app tra la popolazione, ma secondo Sileri l’insuccesso di Immuni sarebbe da attribuire soprattuto ai giovani, che non l’avrebbero scaricata abbastanza.

Sileri nell’intervista non specifica da dove tragga questa conclusione ma dice semplicemente che Immuni «rimane una risorsa importante e va scaricata», ma che «purtroppo è stata un flop tra i giovani, che hanno più dimestichezza con le app». Secondo Sileri l’app «avrebbe potuto aiutare a contenere l’ondata di contagi di quest’estate, ma c’è stato molto pregiudizio. Ora sarebbe utile inserirla nei protocolli operativi, come quello per il rientro a scuola, anche perché altri sistemi, come i fogli di carta dove segnare i propri dati, non sempre funzionano».

Immuni è disponibile da maggio e nelle intenzioni dei suoi progettisti e delle istituzioni sanitarie può contribuire a ridurre il rischio di nuovi contagi. Se una persona risulta positiva al coronavirus, può segnalare la propria condizione al sistema tramite un operatore sanitario, in modo che l’applicazione possa poi avvisare le persone con cui era entrata in contatto, o aveva condiviso gli stessi spazi per un certo periodo di tempo. Abbiamo spiegato più estesamente la storia e il funzionamento di Immuni qui. Nonostante questo, è stata oggetto di una vasta campagna di disinformazione, sostenuta anche da alcuni partiti politici, che l’hanno descritta come inutile o pericolosa.

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