Andrea Pirlo con la Juventus nel 2015 (LaPresse/Fabio Ferrari)

Come riparte la Juventus

La squadra campione d'Italia si è riunita con il suo nuovo allenatore, Andrea Pirlo, per proseguire un progetto ambizioso e in parte ancora sconosciuto

La Juventus si è ritrovata lunedì a Torino per il primo allenamento della stagione 2020/2021, a meno di tre settimane dalla sua ultima partita della passata stagione. La grande novità è Andrea Pirlo, assunto a sorpresa come nuovo allenatore in sostituzione di Maurizio Sarri, il cui incarico è durato soltanto una stagione. C’è molta curiosità sul lavoro di Pirlo, che alla sua prima esperienza assoluta da allenatore non solo dovrà provare a vincere tutto – gli ultimi due allenatori della Juventus sono stati esonerati nonostante la vittoria dello Scudetto – ma dovrà anche dare un seguito alla rivoluzione iniziata la scorsa stagione.

La sfida che la Juventus si è posta da un anno a questa parte è fra le più ambiziose e coraggiose che si possano trovare, non solo in Italia. Prima con Sarri e ora con Pirlo, il club sta cercando di trovare un modo diverso di vincere, lasciando da parte la sua solida tradizione – l’ossessione per il risultato a prescindere dalla qualità del gioco – per crearne una nuova, più spettacolare e al passo con i tempi. Il primo tentativo con Sarri è riuscito solo a metà: con lui la Juventus si è dimostrata ancora superiore in Serie A, ma non ha saputo sfruttare questa superiorità per diventare la squadra offensiva e spettacolare che ci si aspettava di vedere, per tre motivi in particolare: una rosa poco adatta, vecchie abitudini di gioco ancora molto radicate e probabilmente un rapporto non così positivo tra staff e giocatori.

Nei piani del club, la scelta di Pirlo – che per forza di cose sarà accompagnata quotidianamente da dubbi e incognite, almeno fino ai primi veri risultati – dovrebbe risolvere alcuni di questi problemi. Da ex giocatore del club e come uno degli ex calciatori più ammirati al mondo, la sua presenza potrebbe riconciliare la guida tecnica con la squadra, facilitando l’introduzione di nuove e più complesse abitudini di gioco, in linea con quelle che Sarri aveva iniziato a proporre a suo tempo. Le idee di Pirlo, per quello che se ne conosce adesso, si possono riassumere nel controllo del gioco e dello spazio e in una impostazione spiccatamente offensiva.

Nel frattempo la società sembra sia al lavoro per sistemare la squadra, a partire dalla cessione di alcuni giocatori rimasti fuori dal nuovo progetto, come Sami Khedira e Gonzalo Higuain, le cui cessioni dovrebbero aiutare ad alleggerire l’enorme monte ingaggi societario e creare nuovi spazi in squadra. Intanto a Torino si sono presentati anche due nuovi acquisti: l’esterno svedese Dejan Kulusevski, acquistato dall’Atalanta tramite il Parma, e il difensore argentino Cristian Romero, acquistato l’anno scorso e rimasto al Genoa fino al termine della stagione.

Ad aiutare Pirlo nel suo primo incarico da allenatore ci sarà infine uno staff completamente nuovo. Il suo vice sarà l’ex difensore croato della Juventus Igor Tudor, che ha sospeso una carriera da allenatore già ben avviata – tra Hajduk Spalato, Galatasaray e Udinese – per un ruolo minore ma in una società di primo livello che già conosceva. Gli assistenti saranno invece Roberto Baronio, ex centrocampista ed ex compagno di Pirlo al Brescia, in Nazionale e alla Reggina, e Antonio Gagliardi, dal 2010 analista dei dati della Nazionale e tra le altre cose collaboratore del sito sportivo Ultimo Uomo.

– Leggi anche: La prima conferenza stampa di Andrea Pirlo da allenatore della Juventus in diretta

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