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  • Giovedì 13 agosto 2020

Una grande multinazionale indiana ha introdotto il congedo mestruale

Le dipendenti donne e i dipendenti transgender di Zomato potranno chiedere 10 giorni di permesso all'anno: una cosa ancora poco diffusa in Asia e pochissimo nel resto del mondo

(Zomato)
(Zomato)

Zomato, una multinazionale indiana che offre servizi online per cercare ristoranti e ordinare cibo a domicilio, ha annunciato l’introduzione di un congedo mestruale pagato di dieci giorni all’anno per le dipendenti donne e per i dipendenti transgender in tutti i paesi in cui opera. Il fondatore e amministratore delegato della società Deepinder Goyal l’ha reso pubblico l’8 agosto con una comunicazione rivolta alle dipendenti, spiegando che l’azienda vuole «favorire una cultura basata sulla fiducia, la verità e l’accettazione».

La dismenorrea ― cioè l’insieme di dolori che in alcune donne accompagnano le mestruazioni ― è una condizione molto diffusa, che si stima interferisca con le attività quotidiane di circa una donna su cinque. Non potendo ricorrere a un permesso di malattia ogni mese, molte donne che soffrono di dolori mestruali sono costrette ad andare a lavorare normalmente, con forte disagio e calo della produttività. L’introduzione del congedo mestruale per legge è caldeggiato da molte associazioni che si occupano di salute e diritti femminili, ma esiste solo in pochissimi paesi e in pochissime aziende. Uno dei principali argomenti contrari è che possa rendere le donne meno competitive sul mercato del lavoro.

Zomato è un’azienda in forte crescita (solo qualche mese fa ha comprato il servizio di consegna di cibo di Uber in India): è nata nel 2008 e oggi opera in ventiquattro paesi tra cui l’Italia (dove però non ha dipendenti). In tutto ha circa 4mila impiegati distribuiti tra India, Australia, Nuova Zelanda, Emirati Arabi Uniti, Libano, Qatar, Portogallo, Turchia, Filippine e Indonesia: di questi, il 35 per cento sono donne.

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Oltre a garantire il diritto di assentarsi dal lavoro a chi soffre di dolori mestruali debilitanti, il congedo mestruale è anche un modo per togliere le lavoratrici dall’imbarazzo di dover spiegare o giustificare la propria condizione ogni volta. Nella lettera di Goyal si specifica infatti che non dovrebbero esserci vergogna o stigma legati al fatto di ricorrere a questo diritto, «dovresti sentirti libera di dire o scrivere ai colleghi che quel giorno sei in congedo mestruale». La notizia è particolarmente significativa soprattutto perché arriva da un’azienda la cui sede principale è in India, dove le mestruazioni sono considerate un argomento tabù più che in altri paesi.

Zomato ha giustificato così la scelta del numero di giorni di congedo: «la maggior parte delle donne ha quattordici cicli mestruali in un anno. Considerando le probabilità che i giorni di dismenorrea siano durante il weekend, possono ragionevolmente essere utili dieci giorni all’anno». Le dipendenti di Zomato possono richiedere il congedo mestruale attraverso un portale dedicato alle risorse umane e non possono prendere più di un giorno per ogni ciclo mestruale. Il ragionamento dell’azienda si basa sull’idea che per ogni mestruazione ― che mediamente dura dai tre ai cinque giorni ― la dismenorrea duri solo un giorno. Le dipendenti sono inoltre invitate a denunciare a un indirizzo mail dedicato i casi in cui colleghi o colleghe mettano in atto molestie o facciano commenti sgradevoli a proposito del ricorso al congedo.

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Zomato non è la prima azienda indiana a introdurre il congedo mestruale, ma è probabilmente la più grossa e con maggior visibilità. Per esempio l’aveva fatto nel 2017 Culture Machine, una società di media che ha sedi in cinque città indiane. In alcuni paesi asiatici il congedo mestruale è un diritto riconosciuto dalla legge: in Giappone la norma che permette alle lavoratrici di prendere dei giorni di congedo dal lavoro a causa dei dolori mestruali esiste dal 1947 e più recentemente si è diffusa in alcune regioni della Cina. Dal 1992 nella regione indiana di Bihar c’è una legge che dà diritto alle donne di assentarsi dal lavoro due giorni al mese per “ragioni biologiche”. Altre forme di congedo mestruale si trovano anche in Indonesia, Corea del Sud e Taiwan.

In Zambia esiste una legge dal 2015 che permette alle donne di chiedere un giorno di permesso in caso di dolori mestruali. Nel resto del mondo ci sono state alcune aziende che si sono mosse in questa direzione: nel 2007 Nike ha inserito nel suo codice di condotta il congedo mestruale per tutte le dipendenti e l’azienda inglese Coexist è stata la prima a farlo nel Regno Unito nel 2016. In Europa il congedo mestruale non è previsto dalla legge di nessuno stato: nel 2017 in Italia è stata proposta e discussa una legge in parlamento per garantire questa possibilità, ma non è mai stata approvata.