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  • Venerdì 31 luglio 2020

In Toscana c’è anche l’arte contemporanea

Le meraviglie rinascimentali le sappiamo tutti: ma è anche una terra di collezionisti e istituzioni attente alle nuove sensibilità, da apprezzare tra musei e giardini

Dettaglio del murale di Keith Haring "Tuttomondo", a Pisa (FRANCO SILVI/ANSA/TO)
Dettaglio del murale di Keith Haring "Tuttomondo", a Pisa (FRANCO SILVI/ANSA/TO)

Da qualche anno grazie a Instagram possiamo farci un’idea delle mode vacanziere guardando le fotografie di amici e influencer: ad esempio c’è stato l’anno in cui sembrava che tutti andassero in Islanda, quello in cui il Portogallo andava per la maggiore e un altro in cui non si capiva come mai un sacco di gente fosse in Indonesia. Quest’anno, con tutto quello che è successo, c’è una tendenza a scoprire o riscoprire l’Italia. In particolare, nelle ultime settimane moltissime persone – compresa Chiara Ferragni, di cui si è molto discusso – stanno visitando città d’arte solitamente affollate dai turisti stranieri, approfittando della maggiore calma e delle temperature più basse rispetto agli ultimi lugli.

Nelle città d’arte della Toscana alle visite culturali più classiche si possono associare anche giri per gallerie, musei e giardini dove vedere opere d’arte contemporanea. Infatti oltre al suo straordinario patrimonio storico-artistico rinascimentale, celebrato e riconosciuto in tutto il mondo, la Toscana ospita numerose espressioni artistiche e architettoniche degli ultimi decenni, nelle sue città e non solo. Abbiamo messo insieme una guida per trovarle, per chi sta organizzando gite culturali estive o passerà le ferie tra la Versilia e l’Argentario.

L’arte contemporanea a Firenze
A Firenze ci sono due spazi noti per ospitare periodicamente mostre d’arte contemporanea: il Forte Belvedere, che si trova all’interno del Giardino di Boboli e offre anche una bella vista dall’alto della città, e Palazzo Strozzi, a cinque minuti a piedi da piazza del Duomo. Ad esempio, fino al primo novembre a Palazzo Strozzi ci sarà una mostra di opere immersive dell’artista argentino Tomás Saraceno, che parte da una riflessione dell’impatto dell’umanità sull’ambiente. Una delle opere in mostra è composta da grandi ragnatele prodotte da varie specie di ragni che Saraceno fa “lavorare” a turno, ottenendo quindi composizioni che in natura non potrebbero esistere.

 

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Nel forse meno noto Museo Novecento invece sono in corso quattro diverse mostre per conoscere l’opera di artisti contemporanei; tra loro Allan Kaprow (1927-2006), primo artista americano a usare il termine happening per descrivere l’arte che si concretizza in un evento invece che in un oggetto.

Altre espressioni artistiche temporalmente vicine a noi si possono trovare nel Museo Marino Marini, che ospita sculture e altre opere di uno dei maggiori artisti toscani del Novecento. Oppure nei musei Gucci e Salvatore Ferragamo, dedicati ovviamente alla storia delle rispettive case di moda, e nel Museo Zeffirelli, dove invece sono esposti bozzetti di scena, disegni, figurini e costumi realizzati dal regista e scenografo Franco Zeffirelli. Nel Palazzo Bartolini Salimbeni, in piazza di Santa Trinita, c’è invece la Collezione di Roberto Casamonti, di cui ora si possono vedere opere di artisti contemporanei come Alighiero Boetti, Christo, Yves Klein, Mario Schifano, Marina Abramović, Vanessa Beecroft, Jean-Michel Basquiat ed Emilio Isgrò.

– Leggi anche: In Toscana, in due

L’arte contemporanea nelle altre città toscane
Livorno è stata la prima città toscana ad aver ospitato un museo d’arte contemporanea, il Museo progressivo d’arte contemporanea, le cui opere oggi si trovano nel Museo della Città.

Anche nel resto della regione però c’è una grande attenzione al mondo dell’arte di oggi, espressa in particolar modo dalla Fondazione per le arti contemporanee in Toscana che ha sede a Prato, nel Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. Visitabile gratuitamente fino all’8 settembre, si definisce la «prima istituzione italiana progettata da zero con l’obiettivo di presentare, collezionare, documentare e supportare le ricerche artistiche di arti visive e performative, cinema, musica, architettura, design, moda e letteratura». L’edificio che lo ospita, progettato dall’architetto fiorentino Italo Gamberini e inaugurato nel 1988, ha tremila metri quadrati di sale espositive. Fino alla fine di agosto, tra le altre cose, ospiterà una mostra dedicata a Ren Hang, il giovane fotografo cinese, noto per le sue sensuali e controverse fotografie di moda, morto nel 2017.

 

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Un’importante e nota opera d’arte pubblica contemporanea si trova a Pisa: il Tuttomondo di Keith Haring, murale di 10 metri di altezza per 18 metri di larghezza realizzato nel 1989 sulla parete esterna della canonica della chiesa di Sant’Antonio Abate. È stata l’ultima opera pubblica di Haring e l’unica pensata per essere permanente.

“Tuttomondo” di Keith Haring, a Pisa (FRANCO SILVI/ANSA/TO)

Altre opere d’arte contemporanea si possono vedere anche nella provincia pisana. In particolare a Peccioli, dove è stata integrata in più modi con l’architettura e il paesaggio tipici dei paesi toscani. Tra gli ultimi artisti che hanno realizzato delle opere per il comune, nella frazione di Ghizzano, ci sono il britannico David Tremlett, la tedesca Alicja Kwade e l’italiano Patrick Tuttofuoco.

In provincia di Lucca invece c’è Pietrasanta, famosa per lavorazione artistica del marmo e soprannominata per questo “Piccola Atene”. Ci sono moltissime gallerie di arte contemporanea da visitare ed è possibile vedere opere d’arte anche solo girando per strade e piazze. Tra le opere più famose che si possono vedere in città ci sono Il guerriero, una statua in bronzo alta quasi 4 metri dell’artista colombiano Fernando Botero, e L’Annunciazione dello scultore polacco Igor Mitoraj. 

Spostandosi verso Arezzo, si può passare da Cortona, vicino al confine con l’Umbria, dove ogni anno dal 2011, d’estate, si svolge il festival di fotografia documentaristica “Cortona On the Move”: a causa della pandemia l’edizione di quest’anno è diversa dalle precedenti, ed è dedicata alla documentazione fotografica del lavoro intorno alla crisi sanitaria. Il progetto si potrà visitare dal vivo fino al 27 settembre.

Parchi e giardini artistici
Una particolarità della Toscana è che ospita numerosi parchi e giardini che collezionisti privati o istituzioni pubbliche hanno arricchito con varie forme di opere d’arte. Il primo che fu realizzato si trova in provincia di Pistoia, a Collodi: è il Parco di Pinocchio, un giardino-monumento per commemorare il più celebre romanzo per ragazzi italiano. In mezzo al verde ci sono sculture dei personaggi della storia del burattino bugiardo, alcune di Pietro Consagra, uno dei più importanti esponenti dell’Astrattismo internazionale. Sempre dedicato ai bambini e molto più recente, c’è un altro giardino artistico a Pistoia: il Giardino Volante, un’area giochi le cui strutture sono state realizzate da scultori e architetti.

Di nuovo a Pistoia, nella località di Santomato, si può visitare la Fattoria di Celle, una villa con giardino che ospita la Collezione Gori: sia nel parco che all’interno della casa si trovano opere d’arte contemporanea acquistate a partire dagli anni Cinquanta dalla famiglia di imprenditori Gori. Solo all’aperto ci sono più di cinquanta opere d’arte, di artisti di Land Art come Alice Aycock, Dani Karavan, Fausto Melotti, Robert Morris, Dennis Oppenheim, Anne e Patrick Poirier, Ulrich Ruckriem, Richard Serra, Mauro Staccioli e George Trakas.

“Katarsis”, opera in bronzo realizzata da Magdalena Abakanowicz nel 1985 per la Fattoria di Celle, Pistoia (ANSA/UFFICIO STAMPA AMBRA NEPI COMUNICAZIONE/CARLO FEI)

Grandi sculture ambientali di Mauro Staccioli (1937-2018) si possono vedere anche a Volterra, in provincia di Pisa, cittadina natale dell’artista. Furono realizzate nel 2009 per una mostra in suo onore e in parte sono rimaste sul territorio. Ma anche nel resto della Toscana ci si può imbattere in altre sue opere: ad esempio nel parco della Villa Medicea La Magia di Quarrata, in provincia di Pistoia, che fa parte del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Un’opera di Mauro Staccioli (Toscana Promozione Turistica)

Tornando ai parchi artistici, ce ne sono due molto noti in provincia di Grosseto. Uno è il Giardino dei Tarocchi, nel comune di Capalbio. Progettato dall’artista Niki de Saint Phalle, è ispirato alle figure tipiche dei tarocchi, come dice il nome. A chi ci è stato potrebbe ricordare un po’ il Parc Güell di Gaudì a Barcellona. Aggirandosi per il parco si incontrano sia sculture alte fino a quindici metri che vere e proprie opere di architettura da esplorare come in una città, tutte caratterizzate dalla riconoscibile piastrellatura a mosaico di mille colori.

L’altro parco pieno di opere d’arte del grossetano è il giardino di Daniel Spoerri, che si trova a Seggiano, sul monte Amiata. Spoerri è un artista svizzero (per la precisione è danzatore, pittore e coreografo) e nel suo giardino ha raccolto anche opere di numerosi altri artisti: ci sono in totale 113 installazioni di 55 artisti. Lo si può visitare anche in questo periodo, il venerdì, il sabato e la domenica.

Il Giardino dei Tarocchi (ANSA)

Altre opere d’arte contemporanee sono raccolte nella tenuta vinicola del Castello di Ama, vicino a Gaiole in Chianti, in provincia di Siena. A partire dal 1999 una serie di artisti internazionali come Michelangelo Pistoletto, Anish Kapoor e Louise Bourgeois sono stati invitati a esprimere la propria arte all’interno del Castello e negli spazi esterni della tenuta. Le opere si possono vedere nel corso delle visite guidate della cantina e dei giardini affacciati sulle vigne.

Un ultimo parco artistico si trova a Carrara, città nota per la produzione del marmo che da lei prende il nome: nel Parco della Padula dal 2002 si trovano sculture in marmo di Sol Lewitt, Mario Merz e Claudio Parmiggiani, tra gli altri.

Infine nord-ovest di Firenze, nelle zone umide della Piana Fiorentina, viene portato avanti un progetto che coniuga ecologia e arte, promosso dal WWF: si chiama Artlands. Consiste in una serie di interventi sul paesaggio pensati per favorire gli ecosistemi umidi della zona, popolati da molti anfibi e uccelli, che però hanno anche un valore estetico.

– Leggi anche: 8 vacanze all’aria aperta in Toscana

Architettura contemporanea
Nell’ultimo secolo ai noti edifici simbolo di Firenze se ne sono aggiunti altri, forse meno noti all’estero, ma comunque significativi per la storia dell’architettura italiana. Negli anni Trenta in città furono costruiti molti edifici simbolo del modernismo, tutt’ora in uso. Tra questi ci sono lo stadio comunale progettato dall’ingegnere Pier Luigi Nervi, collaboratore di Le Corbusier e Louis Kahn, e la stazione di Firenze Santa Maria Novella disegnata dal cosiddetto Gruppo Toscano, sei (allora) giovani architetti guidati da Giovanni Michelucci, uno dei più importanti architetti italiani del Novecento. Costruiti più di recente ci sono invece la sede l’Archivio di Stato, progettata da Italo Gamberini, e il nuovo Teatro dell’Opera, disegnato da Paolo Desideri.

Il Teatro dell’Opera di Firenze (ANSA/Gianluca Moggi/NEWPRESSPHOTO)

Una delle architetture che più si fanno notare invece è un luogo di culto che si trova alle porte della città invece: la cosiddetta Chiesa dell’Autostrada del Sole, progettata da Michelucci e costruita nei primi anni Sessanta.

 

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Altre opere architettoniche perfette da visitare con un appassionato del genere si trovano in provincia di Livorno, a Baratti, vicino a Piombino. Sono la Casa Esagono (1957) e la Casa Sgorbini (1962), dell’architetto Vittorio Giorgini (1926-2010): due edifici in mezzo a un bosco, disegnati con l’idea di riprodurre strutture biologiche. Casa Esagono, residenza estiva di Giorgini fino al 1969, è una costruzione in legno a moduli esagonali, sospesa tra gli alberi; Casa Sgorbini, detta anche “Casa Balena”, è invece in cemento e ha una forma che ricorda appunto la figura di un cetaceo.

 

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A Chianciano Terme, in provincia di Siena, si può invece vedere un altro esempio del talento di Pier Luigi Nervi: il soffitto di un grande salone per conferenze all’interno delle terme del Parco Acquasanta, che può ricordare l’Aula Paolo VI, l’auditorium della Città del Vaticano.