Il parlamento turco ha approvato la legge che permetterà al governo maggiore controllo sui social network

Il presidente turco Tayyip Erdogan a Watford, in Inghilterra, il 4 dicembre 2019 (Chris J Ratcliffe/Getty Images)
Il presidente turco Tayyip Erdogan a Watford, in Inghilterra, il 4 dicembre 2019 (Chris J Ratcliffe/Getty Images)

Mercoledì 29 luglio il parlamento turco ha approvato una legge che permetterà al governo di avere un maggiore controllo sui social network. La legge è stata proposta e votata dal partito AK del presidente Tayyip Erdogan e dal partito nazionalista suo alleato di governo. Secondo le opposizioni e diverse associazioni per i diritti umani la legge violerebbe la libertà di espressione online.

In base alla nuova legge le società proprietarie dei social network saranno obbligate ad avere una sede e dei propri rappresentanti in Turchia in modo da poter rispondere ai reclami contro i contenuti pubblicati sulle piattaforme (già oggi la Turchia è uno dei paesi al mondo che chiedono di rimuovere il maggior numero di contenuti a Twitter). Secondo il governo la legge è necessaria per combattere i reati informatici e proteggere gli utenti dalle notizie false diffuse sui social, oltre che per salvaguardare la loro privacy.

Se le aziende proprietarie dei social network non rispetteranno le prescrizioni previste dalla nuova legge rischieranno il blocco degli annunci pubblicitari e una riduzione dell’accesso alla rete fino al 90 per cento (in sostanza un oscuramento dei contenuti). Ciascuna azienda avrà 48 ore per gestire una richiesta e 24 ore per rimuovere un contenuto su ordine dei tribunali, la maggior parte dei quali è controllata dal partito di Erdoğan, l’AKP.

Tom Porteous, vicedirettore di Human Rights Watch, organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, aveva dichiarato nei giorni scorsi che un’approvazione della legge avrebbe consentito al governo di «controllare i social media, di rimuovere i contenuti a proprio piacimento e di condizionare gli utenti». Per Porteous attualmente in Turchia «i social media sono un’ancora di salvezza per molte persone che li usano per accedere alle notizie, quindi questa legge segna una nuova era della censura online».