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  • Mercoledì 22 luglio 2020

L’inchiesta sui carabinieri di Piacenza

Almeno sei carabinieri sono stati arrestati e una caserma è stata messa sotto sequestro: i reati contestati vanno dallo spaccio all'estorsione fino alla tortura

 La caserma dei Carabinieri di via Caccialupo a Piacenza sequestrata (Pierpaolo Ferreri/Ansa)
La caserma dei Carabinieri di via Caccialupo a Piacenza sequestrata (Pierpaolo Ferreri/Ansa)

A Piacenza almeno sei carabinieri sono stati arrestati e una caserma è stata messa sotto sequestro nell’ambito di un’indagine condotta dalla guardia di finanza in collaborazione con la polizia. La caserma sequestrata è quella “Levante” di via Caccialupo. Dei carabinieri arrestati su ordine della procura di Piacenza, alcuni sarebbero stati portati in carcere mentre altri si troverebbero agli arresti domiciliari. Repubblica scrive che i provvedimenti dell’operazione riguardano in totale 23 persone di cui dieci carabinieri.

Le accuse nei confronti degli arrestati sono di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio e falsità ideologica. Il capo della Procura di Piacenza, Grazia Pradella, ha spiegato che tutti i reati più gravi sono stati commessi durante il periodo del lockdown dovuto all’emergenza coronavirus, «con disprezzo delle più elementari regole di cautela imposte dai decreti del Presidente del Consiglio». I carabinieri, tra le altre cose, avrebbero «fornito di droga gli spacciatori rimasti senza stupefacenti a causa delle norme anti-COVID».

Durante una conferenza stampa nella tarda mattinata di mercoledì 22 luglio, Pradella ha detto di «far fatica a definire questi soggetti come carabinieri, perché i loro sono stati comportamenti criminali. Non c’è stato nulla in quella caserma di lecito». Per Pradella i reati sono «impressionanti», soprattutto «se si pensa che sono stati commessi da militari dell’Arma dei carabinieri». La gravità dei reati ha spinto la procura a decidere di sequestrare la caserma in vista di «futuri accertamenti».

Negli atti dell’ordinanza d’arresto vengono riportate alcune frasi estratte da intercettazioni fra gli indagati. In un’intercettazione un militare diceva: «Ho fatto un’associazione a delinquere ragazzi (…) in poche parole abbiamo fatto una piramide (…) noi siamo irraggiungibili». Aggiungeva poi: «Abbiamo trovato un’altra persona che sta sotto di noi. Questa persona qua va tutti da questi gli spacciatori e gli dice: “Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba vendi questa qua, altrimenti non lavori!” e la roba gliela diamo noi!». Nel tardo pomeriggio i giornali hanno pubblicato un audio diffuso dalla procura che guida le indagini in cui si sentono alcuni degli indagati insultare e picchiare un uomo.

(Attenzione, l’audio potrebbe risultare disturbante)

Per quanto riguarda le accuse di lesioni personali e la tortura, secondo gli inquirenti, gli spacciatori che non volevano collaborare con i carabinieri arrestati, che avrebbero messo in piedi una loro organizzazione dello spaccio, venivano brutalmente picchiati. Durante la conferenza stampa è stata mostrata una fotografia dove si vede una persona a terra ammanettata e sanguinante. Secondo la procura il pestaggio sarebbe avvenuto all’interno della caserma e sarebbe stato conseguenza del fatto che lo spacciatore non avrebbe rivelato agli indagati dove si trovava una grossa quantità di droga di cui volevano impossessarsi.

Il comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha ordinato «l’immediata sospensione dall’impiego» per i militari coinvolti nell’inchiesta e ha inoltre spiegato che sta contemporaneamente valutando «rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico».