• Mondo
  • Lunedì 20 luglio 2020

Cosa sappiamo dell’incendio della cattedrale di Nantes

L'incendio si sarebbe sviluppato da tre diversi punti, senza causare grossi danni: al momento non si può escludere che sia stato doloso, ma le indagini sono ancora in corso

(AP/Romain Boulanger)
(AP/Romain Boulanger)

Nella mattinata di sabato 18 luglio c’è stato un incendio nella cattedrale gotica di Nantes, nel nordovest della Francia, che ha causato la distruzione di un grande organo del diciassettesimo secolo e di una vetrata. L’incendio è stato spento dopo l’intervento di più di cento vigili del fuoco e la maggior parte dell’edificio e degli arredi non ha subito danni. Il capo del dipartimento locale dei vigili del fuoco, Laurent Ferlay, ha chiarito che «non siamo ai livelli di Notre-Dame a Parigi. Il tetto non è stato toccato dall’incendio».

Il procuratore francese Pierre Sennes ha spiegato che, in base alle prime ricostruzioni, l’incendio si sarebbe sviluppato da tre diversi punti della cattedrale: uno vicino all’organo più grande, che è stato distrutto dalle fiamme, un altro vicino a un organo più piccolo, che si trova a sinistra dell’altare, e un terzo a destra dell’altare stesso. Secondo Sennes al momento non si può escludere né che si sia trattato di un incendio doloso, né che sia stato causato da un incidente (forse elettrico). Le indagini sono ancora in corso.

Il 19 luglio un uomo ruandese di 39 anni, che lavora come volontario nella cattedrale e venerdì era stato incaricato di chiudere la chiesa, è stato interrogato dalla polizia e liberato in serata dopo l’interrogatorio senza nessuna accusa nei suoi confronti. Sennes prima dell’interrogatorio aveva chiarito che «qualsiasi interpretazione che coinvolga questa persona con quanto accaduto» sarebbe stata «prematura e affrettata» e che ascoltarlo era una «normale procedura».

Il trentanovenne ruandese è stato interrogato visto che era stato lui a chiudere la cattedrale la sera prima dell’incendio e che non erano stati ritrovati segni di scasso agli ingressi dell’edificio religioso. Secondo quanto ha raccontato a Le Figaro Jean-Charles Nowak, impiegato della cattedrale, il trentanovenne era in attesa del rinnovo del visto. Nowak ha detto inoltre che «non ha creduto neanche per un secondo» che abbia potuto dare fuoco alla chiesa visto che «era un posto che adorava».

La cattedrale di Nantes, intitolata ai Santi Pietro e Paolo, è un edificio del Quindicesimo secolo e già nel 1972 era stata colpita da un forte incendio, che aveva danneggiato il tetto e aveva costretto alla chiusura della struttura per i successivi tre anni.