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  • Lunedì 20 luglio 2020

L’app per il tracciamento dei contatti in Irlanda va piuttosto bene

È stata realizzata più velocemente rispetto a quelle di altri paesi europei, ed è stata già molto scaricata

(Xinhua via ZUMA Wire)
(Xinhua via ZUMA Wire)

Mentre il Regno Unito non ha ancora avviato un sistema efficace di tracciamento dei contatti (“contact tracing”) per ridurre la diffusione del coronavirus, in Irlanda dallo scorso 6 luglio si può scaricare Covid Tracker Ireland, l’app commissionata dal servizio sanitario irlandese e realizzata dalla società NearForm. Non solo l’app è stata completata in tempi relativamente brevi rispetto ad altri paesi, ma con 1,3 milioni di download in otto giorni è diventata una delle app di tracciamento di contatti più scaricate in Europa in poco più di una settimana dal suo lancio, e ha già permesso di individuare diversi casi di infezione prima dell’insorgenza dei sintomi.

NearForm è una società che ha sede a Tramore, nella Contea di Waterford, e si occupa di sviluppare software principalmente per clienti privati, tra cui Condé Nast, Intel e Microsoft. Per semplificare, Covid Tracker Ireland utilizza il segnale bluetooth emesso da un telefono per agganciare altri dispositivi mobili che si trovano a una distanza inferiore a due metri e per più di 15 minuti. In caso di accertamento dell’infezione, la persona che utilizza l’app e che è risultata positiva può scegliere se avvisare in forma anonima o meno gli utenti con cui è entrata in contatto, che quindi possono isolarsi precauzionalmente in attesa di capire se sono stati contagiati oppure no.

RTÉ, l’emittente radiotelevisiva di stato irlandese, ha scritto che lo sviluppo dell’app è costato circa 850mila euro e che il mantenimento costerà dai 350mila euro ai 400mila euro l’anno: un prezzo considerato a buon mercato, dal momento che il costo medio per l’identificazione di ciascun caso è stimato in circa 42mila euro, ha detto al Guardian Seán L’Estrange, scienziato sociale dell’University College Dublin, università con sede a Dublino.

Secondo Colm Harte, direttore tecnico di NearForm, il successo dell’app di tracciamento di contatti irlandese «è andato oltre le aspettative iniziali». Fran Thompson, portavoce del sistema sanitario irlandese (Health Service Executive – HSE), ha attribuito il buon risultato di Covid Tracker Ireland sia alla fiducia che hanno i cittadini nel governo, sia alla ricerca svolta nella fase di progettazione e che ha reso possibile lo sviluppo di un’app ritenuta di facile utilizzo.

Malgrado non ci siano certezze sull’efficacia di Covid Tracker Ireland come strumento per contenere l’epidemia da coronavirus – per esempio sull’uso corretto da parte degli utenti, o sul rispetto delle norme della privacy – l’obiettivo del governo irlandese è che l’app venga scaricata da 2,2 milioni di persone, che corrispondono al 60 per cento del target demografico individuato (l’Irlanda ha circa 4,9 milioni di abitanti).

In Italia da inizio giugno è disponibile Immuni, l’app per il tracciamento di contatti che ha l’obiettivo di ridurre il rischio di nuovi contagi. Per fare un confronto, circa un mese dopo il lancio Immuni era stata scaricata solo da 4 milioni di utenti, non raggiungendo il target immaginato all’inizio, come ha detto il commissario straordinario per l’emergenza COVID-19, Domenico Arcuri (l’Italia ha circa 60,3 milioni di abitanti).

– Leggi anche: A che punto è Immuni

Lo scorso 29 giugno, dopo un lockdown che era stato interrotto il 18 maggio, in Irlanda avevano potuto riaprire negozi e pub, anche se con parecchie limitazioni. Per il graduale ritorno alla normalità dopo il coronavirus, il governo irlandese ha previsto cinque diverse fasi di tre settimane ciascuna: oggi, il 20 luglio, è iniziata la quarta fase, che prevede l’allentamento delle restrizioni per le attività considerate ad alto rischio, per esempio i parrucchieri, e la riapertura di asili, scuole materne e musei. La quinta fase inizierà il 10 agosto.

A oggi in Irlanda sono stati riscontrati in totale 25.760 casi di COVID-19 e le morti per cause legate al coronavirus dall’inizio della pandemia sono state 1.753.