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  • Sabato 11 luglio 2020

Le misteriose esplosioni in Iran

Sono iniziate tre settimane fa e hanno colpito importanti strutture militari e nucleari del paese: non si sa chi ci sia dietro, ma si sospetta di Israele

Immagine satellitare del sito di Natanz dopo l'esplosione (Planet Labs Inc. via AP)
Immagine satellitare del sito di Natanz dopo l'esplosione (Planet Labs Inc. via AP)

Nelle ultime tre settimane in Iran ci sono state tre grandi esplosioni durante la notte che hanno colpito siti militari e nucleari. La prima è avvenuta a Khojir, dove si trova la principale struttura iraniana per la produzione di missili. La seconda – la più rilevante – ha coinvolto la base nucleare di Natanz, dove vengono fabbricate centrifughe usate per arricchire l’uranio, passaggio necessario per la costruzione della bomba nucleare. La terza è avvenuta nell’ovest di Teheran, la capitale iraniana, e ha provocato un diffuso blackout in due aree residenziali della zona.

Non si sa cosa abbia provocato le tre esplosioni, e se siano collegate, ma diversi esperti hanno sostenuto che siano state atti di sabotaggio, forse compiuti da Israele. Per il momento comunque non si hanno certezze e le ipotesi vanno trattate con prudenza.

L’esplosione più grave è stata quella avvenuta al sito di Natanz, uno dei più importanti impianti nucleari iraniani, che si trova circa 130 chilometri a nord della città Isfahan, nell’Iran centrale. Alcune immagini satellitari analizzate dall’Institute for Science and International Security, ente non governativo con sede a Washington, hanno mostrato come l’esplosione abbia provocato un cratere di una decina di metri e abbia distrutto una parte del tetto della struttura. L’istituto ha aggiunto che l’esplosione è stato «un colpo rilevante alla capacità iraniana di produrre centrifughe avanzate su larga scala per gli anni a venire». L’estensione del danno è stata confermata anche dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, ente governativo dell’Iran che si occupa di energia nucleare, che l’ha definita «considerevole».

L’ipotesi del sabotaggio è circolata molto diffusamente in Iran. Questa settimana il quotidiano iraniano Hamshahri, considerato vicino al regime, ne ha parlato apertamente, sostenendo che l’operazione sarebbe stata compiuta da alcuni assalitori che si sarebbero mossi attraverso il deserto per raggiungere Natanz alle due di notte. Un analista vicino ai riformisti iraniani, cioè la forza più progressista del paese che però negli ultimi anni ha perso molta rilevanza, ha detto al Financial Times che l’esplosione sembra essere stato un attacco come quelli che potrebbero fare gli Stati Uniti o Israele, per mandare un avvertimento.

– Leggi anche: L’Iran potrebbe diventare ancora più radicale

Non sarebbe la prima volta che il sito nucleare di Natanz viene colpito da un attacco di un paese straniero. Nel 2010 subì un sabotaggio tramite il virus Stuxnet, che si crede fosse stato progettato e usato da Israele e Stati Uniti.

Funzionari iraniani hanno commentato le ultime vicende con dichiarazioni contrastanti, creando ulteriore confusione, e allo stesso tempo non hanno voluto rendere pubblici i risultati delle indagini al sito di Natanz, citando ragioni di sicurezza nazionale. Un membro delle Guardie Rivoluzionarie, la forza militare più potente dell’Iran, ha confermato l’uso dell’esplosivo. Un funzionario dell’intelligence di un paese del Medio Oriente citato dal New York Times – e che secondo alcuni sarebbe Yossi Cohen, capo del Mossad, servizi segreti per l’estero di Israele – ha detto che l’esplosione al sito di Natanz sarebbe stata opera di Israele.