Berlusconi dice che Forza Italia voterebbe a favore del MES «perché è il bene dell’Italia»

Ribadendo di pensarla al contrario del suo alleato Matteo Salvini

(LaPresse/Andrea Alfano)
(LaPresse/Andrea Alfano)

Silvio Berlusconi, ex presidente del Consiglio ora europarlamentare di Forza Italia, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera di essere favorevole al MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), la linea di credito messa a punto dall’Unione Europea per far fronte alla crisi sanitaria provocata dalla pandemia da coronavirus. In Italia, a differenza di altri paesi, c’è un gran dibattito in corso sull’opportunità di utilizzare o meno questa linea di credito. Alla domanda su come voterebbe il suo partito se in Parlamento dovesse esprimersi sulla questione, Berlusconi ha risposto così:

«Certamente a favore, ma solo perché è il bene dell’Italia, perché sarebbe assurdo privare proprio in questo momento, solo per fare due esempi, la sanità della Campania di 2.725 milioni e quella della Puglia di 2.450 milioni. Gli schieramenti, le tattiche politiche, le alleanze non c’entrano. Il voto sul MES non ha alcun significato di politica interna».

In Italia, il dibattito su questo tema si è politicizzato e si sono formati due schieramenti contrapposti: chi crede che il MES sia un’occasione per ottenere credito a tassi vantaggiosi (Partito Democratico, Italia Viva e Forza Italia) e chi pensa che sia un modo per cedere ulteriore sovranità all’Unione Europea (Lega, Movimento 5 Stelle e una parte della sinistra). Berlusconi ha espresso peraltro una posizione contraria a quella del suo alleato Matteo Salvini, leader della Lega, che da tempo dichiara la sua opposizione all’utilizzo del MES paventando una «sorveglianza rafforzata da parte della Commissione europea e della BCE».

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Tra i critici ci sono anche molti osservatori ed esperti che ritengono l’utilizzo del MES un rischio per come verrebbe percepito dai mercati: finora nessun paese ha detto di voler ricorrere al MES, neanche quelli più fragili economicamente come Cipro e Grecia, e c’è chi pensa che il primo paese a farlo potrebbe generare insicurezza negli investitori, con il risultato di un aumento dei tassi sui titoli di stato che andrebbero a erodere i risparmi ottenuti dal MES, annullandone i vantaggi.