Nel 2020 il PIL italiano si contrarrà dell’11,2 per cento, secondo le nuove stime della Commissione Europea

Un lavoratore del Calzaturificio MGT di Castelnuovo Vomano, in provincia di Teramo, lunedì 4 maggio 2020 (AP/Domenico Stinellis)
Un lavoratore del Calzaturificio MGT di Castelnuovo Vomano, in provincia di Teramo, lunedì 4 maggio 2020 (AP/Domenico Stinellis)

La Commissione Europea ha rivisto al ribasso le stime sull’andamento dell’economia europea nel 2020: il PIL italiano nel 2020 si contrarrà dell’11,2 per cento – la peggior flessione tra i paesi dell’Unione Europea – mentre nel 2021 dovrebbe tornare a crescere del 6,1 per cento. Lo scorso maggio la Commissione aveva stimato per l’Italia un calo del PIL del 9,5 per cento, con una ripresa nel 2021 del 6,5 per cento.

Per quanto riguarda la zona euro il PIL dovrebbe scendere dell’8,7 per cento nel 2020, per poi risalire del 6,1 per cento nel 2021. Fra i paesi in cui il calo sarà più consistente, dopo Italia ci sono Spagna (-10,9 per cento), Francia (-10,6 per cento), Portogallo (-9,8 per cento) e Grecia (-9 per cento). Per la Commissione, quella causata dall’epidemia da coronavirus sarà «una recessione ancora più profonda» delle attese, e con «divergenze più ampie» fra i diversi paesi.

Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha commentato le previsioni dicendo che «in tutta Europa la risposta politica ha permesso di ammortizzare i danni per i nostri cittadini, ma la situazione rimane caratterizzata da disparità, disuguaglianze e insicurezza crescenti. Ecco perché è così importante raggiungere rapidamente un accordo sul piano di ripresa proposto dalla Commissione – per infondere nelle nostre economie, in questo periodo critico, sia nuova fiducia che nuove risorse finanziarie».