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  • Mercoledì 1 luglio 2020

A Praga c’è stata una grossa festa per celebrare “la fine della crisi”

C'è stato un grande banchetto sul Ponte Carlo, dove si sono riunite circa 2mila persone senza mascherine e non rispettando le distanze di sicurezza

(Gabriel Kuchta/Getty Images)
(Gabriel Kuchta/Getty Images)

Martedì 30 giugno a Praga, capitale della Repubblica Ceca, circa 2mila persone si sono radunate sul Ponte Carlo, una delle principali mete turistiche della città, dove è stato organizzato un grande banchetto pubblico per festeggiare la fine della crisi dovuta all’epidemia da coronavirus. È stata allestita una lunga tavolata e i partecipanti – che in gran parte non indossavano mascherine e non rispettavano le distanze di sicurezza – sono stati invitati a portare del cibo da casa e a condividerlo con gli altri. L’evento è stato organizzato da un gruppo cittadino e dal Consiglio comunale. In realtà l’epidemia è tutt’altro che finita in Repubblica Ceca, e proprio il 30 giugno sono stati registrati 149 casi positivi e 1 morto.

In totale nel paese sono stati registrati circa 12mila casi di persone positive al coronavirus e 349 morti, su una popolazione di 10 milioni, numeri che sono minori di quelli di molti altri paesi europei. I primi tre casi furono dichiarati il primo marzo e nei giorni successivi furono chiuse le scuole, fu dichiarato lo stato di emergenza e fu introdotto l’obbligo di coprirsi naso e bocca in pubblico, con mascherine, sciarpe o altri oggetti di tessuto. Il 16 marzo furono poi vietati gli spostamenti giudicati non essenziali.

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Queste misure sono rimaste in vigore fino a metà aprile circa, quando sono state gradualmente alleggerite, e il 17 maggio il governo ha dichiarato la fine dello stato di emergenza. Dal 22 giugno le norme vietano ancora l’organizzazione di eventi con più di 1000 partecipanti, a meno che non sia possibile dividere le persone in settori. L’evento di martedì, con circa 2mila partecipanti e senza divisori, appare quindi contrario a questa misura. Dal 15 giugno, inoltre, in tutto il paese non è più obbligatorio indossare mascherine all’aperto, mentre prima andavano portate se non si poteva assicurare una distanza di due metri dalle altre persone.