La Corte Suprema degli Stati Uniti ha abrogato una legge della Louisiana che rendeva più difficili gli aborti

La sede della Corte Suprema degli Stati Uniti. Washington, D.C., il 25 giugno del 2020 (Michael A. McCoy/Getty Images)
La sede della Corte Suprema degli Stati Uniti. Washington, D.C., il 25 giugno del 2020 (Michael A. McCoy/Getty Images)

Oggi lunedì 29 giugno la Suprema Corte degli Stati Uniti ha abrogato una legge approvata in Louisiana nel 2014 che riduceva la possibilità per le donne di accedere alle cliniche per l’aborto. La legge, simile a una approvata alcuni anni fa in Texas e già bocciata dalla Corte Suprema perché incostituzionale, era stata a sua volta bloccata temporaneamente dalla stessa corte lo scorso anno.

La legge riguarda i cosiddetti “admitting privileges“, cioè la possibilità concessa ad alcuni medici titolari di cliniche private che praticano l’aborto di far ricoverare le pazienti solo negli ospedali che si trovano entro 30 miglia (circa 48 km) dalla propria clinica. La legge era stata molto contestata perché di fatto riduceva notevolmente il numero di ospedali in cui una donna poteva essere ricoverata per abortire, nel caso in cui fossero necessarie ulteriori prestazioni mediche.

La legge è stata abrogata con 5 voti favorevoli e 4 contrari, con il giudice conservatore John G. Roberts Jr. che ha votato insieme ai colleghi liberali. Si tratta inoltre della prima decisione della Corte Suprema sull’aborto da quando il presidente Donald Trump ha nominato i due nuovi giudici Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh, spostando la maggioranza della Corte su posizioni conservatrici.