Il 4 ottobre in Nuova Caledonia si farà un nuovo referendum per l’indipendenza dalla Francia

Un seggio elettorale di Noumea, durante il referendum del 2018. (AP Photo/Mathurin Derel)
Un seggio elettorale di Noumea, durante il referendum del 2018. (AP Photo/Mathurin Derel)

Il prossimo 4 ottobre in Nuova Caledonia si terrà un nuovo referendum per ottenere l’indipendenza dalla Francia. La Nuova Caledonia – un arcipelago abitato da circa 280mila persone che fa parte della Melanesia, una delle regioni che compongono l’Oceania – è infatti un territorio d’oltremare francese dal 1853, e da tempo diversi attivisti locali ne chiedono l’indipendenza. Nel 1998 il governo locale di Numea, la capitale, firmò un accordo con il governo francese che dava una maggiore autonomia all’arcipelago e che dava la possibilità di indire fino a tre referendum sull’indipendenza.

Il primo si era tenuto nel novembre del 2018, ed era stato vinto dai “No” all’indipendenza dalla Francia, che avevano ottenuto il 56,4 per cento dei voti. Il referendum aveva avuto un’affluenza molto alta, dell’81 per cento. In base all’accordo del 1998, però, in caso di vittoria del “No” il governo locale della Nuova Caledonia avrebbe potuto chiedere altri due referendum, da tenere nel 2020 e nel 2022.

Nel 1987 fu tenuto un referendum sull’indipendenza dalla Francia: vinsero a grandissima maggioranza i contrari (98,3 per cento), ma molti gruppi indipendentisti boicottarono il voto. Una specie di riconciliazione fu raggiunta nel 1988 con gli accordi di Matignon, firmati tra i leader delle due fazioni neocaledoni e il governo francese (Matignon era il nome della residenza del primo ministro francese). Tra le altre cose, gli accordi stabilivano la data per il referendum sull’indipendenza dalla Francia, che si sarebbe dovuto tenere dieci anni dopo. Nel 1998, tuttavia, la decisione fu rimandata. Si firmarono altri accordi – gli Accordi di Numea, dal nome della principale città della Nuova Caledonia – con cui si decise che il primo referendum si sarebbe tenuto entro la fine del 2018.

Nel referendum del 2018 la vittoria del “No” era stata influenzata soprattutto dalle divisioni etniche della Nuova Caledonia: i kanaki, cioè gli indigeni, che rappresentano circa il 39 per cento della popolazione, si erano detti favorevoli a staccarsi dalla Francia, mentre gli altri neocaledoni non indigeni avevano espresso posizioni contrarie.