È morto l’ex parlamentare e ministro Alfredo Biondi: aveva 91 anni

(CLAUDIO PERI / ANSA)
(CLAUDIO PERI / ANSA)

È morto a 91 anni l’ex parlamentare e ministro Alfredo Biondi. Nato a Pisa il 29 giugno del 1928, Biondi iniziò la sua carriera come avvocato e nel 1968 venne eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati con il Partito Liberale Italiano: rimase in carica fino al 1972 e poi venne rieletto nuovamente nel 1979, restando ininterrottamente in Parlamento fino al 2008. Fu anche segretario del Partito Liberale tra il 1985 e il 1986, per poi diventarne presidente fino allo scioglimento avvenuto nel 1994. Nel 1994 aderì all’Unione di Centro e si candidò con la lista Polo delle Libertà: una volta eletto entrò nel gruppo parlamentare di Forza Italia.

Durante quella legislatura, la prima con alla presidenza del Consiglio Silvio Berlusconi, venne scelto come ministro di Grazia e Giustizia, incarico che mantenne fino alla caduta del governo nel 1995. In precedenza era già stato ministro per le Politiche comunitarie (durante il quinto governo Fanfani, tra il 1982 e il 1983), e ministro per l’Ecologia (durante il primo governo Craxi, tra il 1983 e il 1985).

Il suo nome è legato in particolare al cosiddetto “decreto Biondi”, presentato nel luglio del 1994, che aboliva la custodia cautelare per i reati di corruzione e concussione. Il pool di magistrati che indagava sul caso “Mani Pulite” minacciò di dimettersi per protesta contro il decreto, e anche gli alleati di Forza Italia – Lega e Alleanza Nazionale – lo criticarono duramente. Alla fine il decreto venne bocciato dalla Camera il 21 luglio del 1994.

Negli ultimi anni aveva lasciato il centrodestra, contestando la mancanza di dibattito all’interno del Popolo della Libertà, il partito nato nel 2009 per unire Forza Italia e Alleanza Nazionale, e nel 2014 aveva fondato insieme a Renato Altissimo e Carlo Scognamiglio il movimento politico I Liberali.