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  • Giovedì 18 giugno 2020

Justin Trudeau ha incassato una sconfitta notevole all’ONU

Il Canada ha perso l'elezione a membro non permanente del Consiglio di Sicurezza, nonostante una campagna diplomatica durata anni

Justin Trudeau al parlamento canadese il 16 giugno. (Justin Tang/CP/ABACAPRESS.COM)
Justin Trudeau al parlamento canadese il 16 giugno. (Justin Tang/CP/ABACAPRESS.COM)

Mercoledì l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha eletto la Norvegia e l’Irlanda come membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza, l’organo decisionale più importante dell’ONU: tra i candidati per uno dei due posti riservati ai paesi occidentali c’era anche il Canada, che però non ha ricevuto abbastanza voti. Da anni il governo canadese aveva messo l’elezione nel Consiglio di Sicurezza al centro di un’importante strategia per ottenere maggiore peso internazionale: l’esito del voto di ieri è stato quindi una notevole sconfitta per il primo ministro Justin Trudeau, che sta ricevendo per questo estese critiche dall’opposizione.

I due posti nel Consiglio di Sicurezza avranno la durata di due anni, il 2021 e il 2022. I membri non permanenti dell’organo sono dieci, che si aggiungono a Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Russia e Cina, membri permanenti e con il diritto di veto sulle votazioni. I dieci posti sono divisi in cinque gruppi: l’Africa elegge tre membri, l’Asia, l’America Latina e l’Europa occidentale (a cui si aggiungono Australia, Nuova Zelanda e Canada) due membri ciascuna, l’Europa orientale un membro. Per essere eletto, un paese deve avere almeno due terzi dei voti espressi nella votazione, e dietro alla candidatura di uno stato c’è normalmente un intenso lavoro diplomatico.

Oltre a quelli del blocco occidentale, l’Assemblea Generale ha eletto altri due membri non permanenti: India e Messico. Il posto in ballo per l’Africa non è ancora stato assegnato perché nessun paese ha raggiunto la maggioranza necessaria: i due candidati che se lo stanno contendendo, per ora, sono Kenya e Gibuti. È stato eletto anche il nuovo presidente dell’Assemblea Generale: Volkan Bozkir, diplomatico ed ex ministro turco.

Un posto nel Consiglio di Sicurezza non garantisce chissà quali poteri effettivi, visto che il diritto di veto lo rende di fatto controllato dai membri permanenti per tutte le decisioni più importanti e complicate. Ma è comunque un’ambizione per la maggior parte dei paesi, per questioni di visibilità e di possibilità di influenzare in qualche modo l’agenda dell’organo. Per molti stati in via di sviluppo, in realtà, un posto nel Consiglio di Sicurezza significa principalmente scambiare il proprio voto in cambio di aiuti e favori da parte dei paesi più ricchi. Per i paesi più ricchi, significa principalmente prestigio ed è ambito soprattutto dai ministeri degli Esteri, che ottengono normalmente grandi finanziamenti e deleghe durante gli anni nel Consiglio di Sicurezza.

Trudeau aveva annunciato la volontà del Canada di candidarsi per uno dei due posti riservati ai paesi occidentali nel 2016, spiegando che «il Canada è tornato» e promettendo di ristabilire l’importanza e l’influenza del paese nel mondo. Secondo il Globe and Mail, il più autorevole quotidiano canadese, era «una delle sue priorità principali nella politica estera».

Per la candidatura sono stati investiti circa 2,3 milioni di dollari, senza contare gli stipendi del personale dedicato, composto da 13 persone. A febbraio Trudeau era stato in Etiopia e in Senegal per promuovere la candidatura del Canada, e per questo scopo era stato affidato un incarico formale all’ex primo ministro Joe Clark e all’ex primo ministro del Quebec Jean Charest, che hanno viaggiato in diversi paesi nel 2019.

Il Canada, tra le altre cose, ha cercato di convincere i membri dell’Assemblea Generale distribuendo scatole di cioccolatini e più di recente mascherine. Pratiche del genere sono comuni: l’Irlanda ha regalato a diversi diplomatici i biglietti per un concerto degli U2 a New York. Il Canada invece li aveva invitati a un concerto della cantante Celine Dion.

Per il primo ministro era un’occasione per rifarsi della sconfitta del 2010, quando il Canada aveva perso la candidatura in favore del Portogallo. All’epoca Trudeau aveva criticato molto il primo ministro conservatore Stephen Harper, ma mercoledì i voti ricevuti dal Canada sono stati addirittura meno: 108, contro i 114 dell’epoca. L’Irlanda ne ha ricevuti 128, la Norvegia 130. È bastato un solo giro di votazioni: in passato era successo che per arrivare a una maggioranza di due terzi l’Assemblea Generale impiegasse anche settimane.

Come ha spiegato il Globe and Mail, rispetto al Canada la Norvegia è più rispettata per quanto riguarda gli aiuti internazionali, a cui ha destinato l’1 per cento del suo PIL nel 2019, contro lo 0,27 per cento del Canada. L’Irlanda invece è più attiva nelle missioni di pace, avendo uno dei tassi più alti di soldati impegnati in missioni umanitarie dell’ONU per abitante.

«Continueremo a proseguire questo approccio alle Nazioni Unite e in altre organizzazioni internazionali» ha detto Trudeau commentando la sconfitta, mentre il ministro degli Esteri François-Philippe Champagne ha detto che «questa campagna ha permesso al Canada di rinnovare e rafforzare molte delle nostre relazioni diplomatiche più importanti». Andrew Scheer, leader dei Conservatori, ha scritto su Twitter che la mancata elezione è stata «un altro fallimento nella politica estera per Trudeau», aggiungendo: «Ha svenduto i valori del Canada per un progetto personale di vanità. Che spreco».