Il governo francese non vieterà più alla polizia di prendere per il collo le persone in stato di arresto, al contrario di quanto annunciato una settimana fa

Agenti di polizia francesi si radunano davanti alla Torre Eiffel per protestare contro l'annuncio dell'abolizione del controverso metodo di arresto "chokehold" a Parigi, Francia, 14 giugno 2020 (ANSA/EPA/ CHRISTOPHE PETIT TESSON)
Agenti di polizia francesi si radunano davanti alla Torre Eiffel per protestare contro l'annuncio dell'abolizione del controverso metodo di arresto "chokehold" a Parigi, Francia, 14 giugno 2020 (ANSA/EPA/ CHRISTOPHE PETIT TESSON)

Il governo francese ha deciso che non vieterà più alla polizia di prendere per il collo le persone in stato di arresto, come aveva inizialmente annunciato. Quello che in inglese viene comunemente chiamato chokehold – traducibile con “presa per il collo” – è una manovra in cui si stringe un braccio intorno al collo della persona fermata in modo da ridurre l’afflusso di sangue alla testa, rallentandogli quindi i movimenti e rendendo più semplice l’arresto.

Soltanto una settimana fa il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, aveva annunciato che la controversa tecnica sarebbe stata abbandonata durante una conferenza stampa in cui aveva dichiarato di volere «tolleranza zero nei confronti del razzismo nella polizia» e che «ogni comprovato sospetto di razzismo» provocherà una sospensione dei poliziotti. L’annuncio di Castaner era arrivato dopo che anche in Francia molte persone avevano manifestato in seguito all’omicidio di George Floyd, un uomo nero che lunedì 25 maggio è morto a Minneapolis, negli Stati Uniti, dopo che un poliziotto bianco gli aveva schiacciato per diversi minuti il collo con un ginocchio.

Dopo l’annuncio di Castaner ci sono state numerose proteste da parte delle forze dell’ordine francesi che hanno dichiarato che la tecnica di arresto è uno strumento essenziale per garantire la loro sicurezza e che il governo non comprende i pericoli che gli agenti affrontano quotidianamente. Il governo ha quindi deciso di rinunciare al divieto e lunedì il capo della polizia nazionale, Frédéric Veaux, ha scritto una lettera rivolta agli agenti, ottenuta da AFP, in cui si dice che «in attesa di un chiarimento del nuovo quadro normativo (…) la tecnica nota come chokehold continuerà ad essere utilizzata con moderazione e discernimento».

Veaux ha inoltre aggiunto che verranno esaminate, da una commissione che verrà istituita questa settimana, possibili tecniche di arresto alternative al chokehold. La commissione dovrà rendere note le sue valutazioni entro il prossimo primo settembre.