Le notizie di sabato sul coronavirus in Italia

I casi rilevati sono 669 in più di ieri e i morti sono 119. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 572

Un impiegato dei musei capitolini di Roma nel primo giorno di riapertura, avvenuto il 19 maggio 2020
(Marco Di Lauro/Getty Images)
Un impiegato dei musei capitolini di Roma nel primo giorno di riapertura, avvenuto il 19 maggio 2020 (Marco Di Lauro/Getty Images)

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 669 nuovi casi di contagio da coronavirus, secondo i dati diffusi venerdì dalla Protezione Civile, e 119 morti. In totale, quindi, il bilancio ufficiale dall’inizio dell’epidemia è di 229.327 casi accertati e 32.735 morti. Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono 572, 23 in meno di ieri. Sono state testate 42.579 persone e analizzati 72.410 tamponi, per un totale di 3.391.188 tamponi e 2164426 persone dall’inizio dell’epidemia. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” sono 2.120, per un totale di 138.840.

In Lombardia sono stati registrati 441 casi di contagio, il 66 per cento del dato nazionale, e 56 decessi nelle ultime 24 ore (il 50 per cento del totale). Il bilancio nella regione continua a essere di gran lunga il peggiore d’Italia e ammonta complessivamente a 86.825 casi di contagio e 15.840 morti. Nella provincia di Milano i nuovi casi di contagio accertati sono stati 88, di cui 40 a Milano, ma la provincia con più nuovi casi oggi è Bergamo, 102. Nelle altre regioni italiane i casi sono enormemente meno, in Piemonte un ottavo della Lombardia, in Emilia-Romagna e Liguria un decimo, e poi a calare.

Leggendo i dati comunicati ogni giorno dalla Protezione Civile bisogna usare alcune cautele: in primo luogo per la distinzione tra il numero delle persone attualmente positive e quello complessivo dei contagiati, che può creare un po’ di confusione; e in secondo luogo perché sappiamo ormai che i contagiati e i morti sono molti di più di quelli rilevati dai dati. Inoltre c’è un problema su cosa intenda la Protezione Civile quando parla di “guariti”: si è scoperto infatti che questo dato comprende anche le persone dimesse dagli ospedali, ma che potrebbero essere ancora malate, mentre non comprende tutti quelli che sono guariti dopo essere stati malati, ma che non avendo fatto il tampone non sono mai entrati nei numeri ufficiali dei malati.

Le altre notizie di oggi
Questo è il primo weekend dopo l’ulteriore allentamento delle misure restrittive avvenuto il 18 maggio: da allora è possibile incontrarsi con gli amici, e quindi non solo con i congiunti, tornare al ristorante e andare in spiaggia, sempre seguendo le linee di sicurezza stabilite dall’ultimo decreto.

– Leggi anche: Quali sono le regole per le spiagge

La riapertura degli stabilimenti balneari non è uniforme in tutta Italia: in Liguria per esempio era già avvenuta il 18 maggio, in Veneto, Emilia-Romagna e Toscana inizia da oggi, sabato 23, mentre in altre regioni, come le Marche e il Lazio, è prevista per il 29 maggio. In Sardegna le spiagge sono accessibili ma l’attività balneare non è consentita, in Sicilia e Abruzzo riprenderà a giugno, per la Campania non è ancora stata fissata una data.

– Leggi anche: Le regole che bar e ristoranti devono seguire per riaprire

Oggi, intanto, il ministero della Salute ha ricordato su Twitter le regole per fare sport all’aperto in sicurezza: prevedono, tra le altre cose, di non scambiarsi l’attrezzatura, di rimettere gli indumenti utilizzati in una borsa personale e poi di lavarli a casa separatamente dagli altri vestiti.

Oggi alle 15:30 ci sono state anche manifestazioni in tutta Italia per richiedere la riapertura delle scuole a settembre. Si sono tenute in 18 città italiane, tra cui Torino, Milano, Bologna, Roma, Trapani e Cagliari, e sono state organizzate dal comitato “Priorità alla Scuola”, fondato da un gruppo di genitori di Firenze a fine aprile, quando scrisse una lettera aperta sulla scuola alla ministra dell’istruzione Lucia Azzolina; la lettera ottenne 85mila firme.

Il gruppo chiede che da settembre la scuola sia garantita sempre in classe e in presenza degli insegnanti, senza prevedere soluzioni come classi suddivise in piccoli gruppi che si alternano tra lezioni in classe e didattica a distanza, cioè a casa.

Perché i casi aumentano ancora?
Una conseguenza della scarsa precisione dei dati raccolti fin qui è che anche ora che la situazione sembra complessivamente migliorare (il calo dei ricoveri in terapia intensiva ne è un segnale) il numero dei nuovi casi sembra ancora molto alto.

Una possibile risposta è che l’aumento del numero dei casi confermati sia legato all’aumento del numero di tamponi effettuati: più test si fanno, più casi si trovano. Questo dimostrerebbe anche che nelle prime settimane dall’inizio dell’epidemia il basso numero di test non aveva permesso di identificare tutti i casi, che sono stati (e sono ancora oggi) più di quanti dicano i numeri ufficiali.