La procura di Roma ha avviato un’indagine per falso in bilancio nei confronti di quattro ex dirigenti di AMA, l’azienda dei rifiuti di Roma

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

La procura di Roma ha avviato un’indagine per falso in bilancio nei confronti di quattro ex dirigenti di AMA, l’azienda municipalizzata che si occupa dei rifiuti a Roma, e di AMA stessa. Gli indagati sono Daniele Fortini, presidente del cda di AMA dal 2014 al 2016, Rodolfo Murro e Carolina Cirillo, membri del cda nello stesso periodo, e Antonella Giglio, amministratrice unica di AMA dal novembre 2016 al maggio 2017.

Al centro dell’inchiesta ci sono più di 250 milioni di euro che secondo gli inquirenti sarebbero stati messi a bilancio da AMA nel 2015 e nel 2016 e che deriverebbero dall’imposta Tari sui rifiuti, che AMA riscuote per conto del comune di Roma con l’obbligo di versarla.

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Secondo l’accusa Fortini, Murra e Cirillo nel bilancio relativo al 2015 avrebbero inserito 140,5 milioni di euro come liquidità della società, senza separare la quota della Tari. Nel bilancio del 2016, l’ultimo approvato da AMA, invece Giglio avrebbe usato lo stesso sistema per rendicontare 118 milioni di euro derivanti dalla Tari, senza separarli. Questi soldi, secondo gli inquirenti, sarebbero stati usati da AMA nel 2019 per pagare i propri creditori. La Guardia di Finanza sta effettuando perquisizioni nella sede di AMA e negli uffici di due banche, la Banca Popolare di Sondrio e la BNL, dove sarebbero stati depositati i proventi della Tari.