Come crescere i germogli

Anche senza terrazzini e davanzali spaziosi potete coltivare a casa qualcosa che potete poi mangiare

Marco Verch, Flickr, Creative Commons
Marco Verch, Flickr, Creative Commons

Notare le gemme, le nuove foglie, i fiori e la lenta ma evidente crescita delle piante d’appartamento è una delle piccole soddisfazioni consolatrici di questo periodo: un modo un po’ meno frustrante, quasi poetico, di misurare il trascorrere del tempo mentre siamo chiusi in casa. In questi giorni, coltivare qualcosa aiuta a percepire il tempo che passa come un prezioso investimento. Se il risultato del coltivare si mangia, ancora meglio: per questo alcuni stanno coltivando lieviti, e altri che avevano spazio a sufficienza si sono attrezzati per un piccolo orto domestico. Non tutti quelli che avrebbero voglia di crescere qualcosa di commestibile hanno terrazzini o davanzali da sfruttare, però. Un redattore del Post che si trovava in questa condizione ha trovato un’efficace soluzione indoor: ha cresciuto dei germogli.

Che cosa sono i germogli
“Germoglio”, in realtà, è un termine generico: indica ciò che si sviluppa quando un seme trova le giuste condizioni di umidità e temperatura per attivarsi, qualsiasi sia il seme di partenza. Quando parliamo di “germogli” da mangiare (quelli che, per intenderci, al supermercato sono venduti in confezioni o mazzetti da unire a insalate o altri piatti), parliamo però di semi germogliati di cereali, legumi e altre specie vegetali di cui si mangia tutto, chicco e germoglio. Sono ricchi di vitamine, si possono mangiare crudi o cotti, e sono buoni.

(Flickr/mathiasbaert)

Quali semi usare
Si possono far germogliare tutti i semi commestibili, ma conviene acquistare quelli che sono venduti esplicitamente per questo scopo: sono testati per garantire un buon tasso di germinazione (alcuni semi commestibili venduti per il consumo, inoltre, sono trattati specificamente per non germogliare). I semi più usati e venduti per fare i germogli sono quelli di alfalfa (cioè erba medica), ravanello, aglio, broccolo, lino, senape, girasole, crescione e porro. Tra i legumi si possono usare i fagioli azuki, i fagioli comuni, le lenticchie, i ceci, i piselli e gli arachidi (che sì, sono legumi e crescono da piante fatte così); tra i cereali, i chicchi di riso, grano, orzo e farro, tra gli altri. Bisogna invece evitare i semi delle solanacee, cioè di patate, pomodori, melanzane e peperoni.

I germogli che si ottengono a partire dai vari semi sono diversi per aspetto e gusto, quindi si tratta di fare qualche esperimento per individuare quelli che si preferiscono. I semi si trovano facilmente online, anche su Amazon: per i primi tentativi, se non volete stare troppo a pensarci, può essere una buona idea scegliere una busta di semi misti. Il redattore del Post ha provato questi e sono cresciuti senza problemi.

Quanto tempo ci vuole
Ogni varietà ha i suoi tempi, ma la maggior parte dei germogli (o meglio dei semi che diventano germogli) raggiunge la lunghezza ideale per il consumo, che è tra i 3 e i 5 centimetri, nel giro di 4-6 giorni. Di nuovo, però, dipende: il ravanello rosa ad esempio cresce molto velocemente, il porro impiega fino a due settimane.

Come si coltivano
Come ricorderà chi alle scuole elementari provò a far germogliare fagioli o piselli depositandoli sul cotone idrofilo, coltivare germogli non è difficile: sono poche le cose a cui stare attenti. Se sapete già che coltivare germogli è un’attività che vorrete fare intensamente e spesso da qui in avanti, può aver senso acquistare un germogliatore, lo strumento che rende l’operazione della coltivazione più facile ed efficiente (anche semiautomatizzata, nel caso di alcuni modelli). Ne esistono di vari tipi, in varie fasce di prezzo. È importante sapere, però, che il germogliatore non è assolutamente indispensabile, e che ci sono diversi modi e tecniche di crescere i germogli che non prevedono l’uso di questo strumento.

Un germogliatore di terracotta

Il metodo del barattolo di vetro
Serve un barattolo di vetro, una garza o una retina fine, e un elastico. È un metodo che funziona bene con i semi più piccoli: quelli di rucola, erba medica, miglio, amaranto, crescione e girasole, per esempio.

Prendete un cucchiaio di semi – non di più perché aumentano di volume – e versatelo nel barattolo. Poi riempite il barattolo d’acqua per circa metà e lasciate i semi in ammollo per 6-12 ore (se li mettete in acqua alla sera, alla mattina saranno pronti). Nelle ore di ammollo il barattolo deve essere lasciato al buio e senza coperchio. Finito l’ammollo, il barattolo va coperto con la garza o la retina, che va fissata con l’elastico attorno all’imboccatura. A quel punto l’acqua va scolata completamente (i semi resteranno all’interno perché la retina li bloccherà), e bisogna essere certi che non ne rimanga all’interno del barattolo perché i ristagni possono favorire la formazione di muffe o far marcire i semi.

Usando questa stessa tecnica di scolo, i semi – che diventeranno rapidamente piccoli germogli – vanno sciaquati e scolati due volte al giorno. I barattoli vanno tenuti coperti con la garza in posto fresco (con una temperatura attorno ai 20 °C) e lontano dalla luce, finché i germogli non raggiungono la dimensione giusta per essere mangiati. Se volete che diventino un po’ più verdi potete esporli alla luce diretta verso la fine della germinazione. In questo video trovate una dimostrazione pratica di questo metodo, e soprattutto potete vedere il risultato finale.

(Flickr/Jack Amick)

Il metodo del colino o dello scolapasta
È il metodo più facile, anche se è meno grazioso; basta un colino a maglie fitte. Dopo aver messo i semi in ammollo per 6-12 ore, i semi vanno scolati direttamente nel colino da utilizzare, e lì resteranno per tutta la germinazione. Anche in questo caso i germogli vanno sciacquati due volte al giorno (basta passare il colino che li contiene sotto il getto del rubinetto, o spruzzarli d’acqua con un nebulizzatore), e poi scolati bene. Il colino va posizionato sopra un bicchiere o una scodella, a seconda delle sue dimensioni, e va tenuto in un luogo fresco e lontano dalla luce diretta finché i germogli non sono grandi abbastanza per essere mangiati.

La stessa tecnica si può usare per i semi più grandi, come i legumi, usando un cestello per la cottura a vapore, ma va bene anche uno scolapasta. In questo caso andrà posizionato su una pentola, e dovrà essere coperto con un telo leggero o tenuto al buio per favorire la germinazione.

Il metodo del piatto
Anche questo molto semplice. Servono due piatti fondi e un tovagliolo di cotone. Dopo l’ammollo, i semi dovranno essere disposti sul fondo di uno dei due piatti, dove avrete disteso il tovagliolo di cotone bagnato e strizzato. L’altro piatto servirà come coperchio, perché i semi stiano al buio. Anche in questo caso i semi dovranno essere sciacquati due volte al giorno in un colino e poi rimessi sul piatto, sopra al tovagliolo umido.

Se anche sbagliate tutto
Crescono lo stesso. Nell’entusiasmo del primo tentativo, il redattore è andato un po’ a sentimento: ha seminato molti più semi del necessario in un sottovaso con del terriccio (che non serve assolutamente), che non ha tenuto lontano dalla luce. I semi sono germogliati lo stesso, a una velocità che il redattore definisce commovente, e sembravano anche molto vivi: cambiavano inclinazione in pochi minuti seguendo la luce naturale. Alla fine li ha mangiati (tagliandoli, perché avendo usato la terra non ha potuto mangiare anche il seme). Dice che erano buoni, saporiti, leggermente piccanti, ma che a mangiarli si è sentito quasi in colpa.

(Il Post)

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