L’economia cinese si è contratta per la prima volta dal 1992

(Kevin Frayer/Getty Images)
(Kevin Frayer/Getty Images)

Il PIL della Cina nel primo trimestre del 2020, cioè gennaio-marzo, è sceso del 6,8 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a causa degli effetti della pandemia da coronavirus che ha bloccato la produzione, ma anche gli acquisti a livello locale e internazionale. A comunicare i dati ufficiali è stato l’Ufficio nazionale di statistica cinese. Si tratta del primo dato in negativo per l’economia del paese dal 1992, cioè da quando sono state avviate le statistiche su base trimestrale. Il calo previsto dagli analisti era del 6,5 per cento.

Su base trimestrale, il PIL è sceso del 9,8 per cento nei primi tre mesi dell’anno, appena sotto le aspettative di contrazione del 9,9 per cento, rispetto all’1,5 per cento di crescita del trimestre precedente. In calo anche la produzione industriale che a marzo è scesa dell’1,1 per cento su base nazionale, ma in risalita rispetto al -13,5 per cento di gennaio-febbraio e decisamente meglio di quanto previsto dalle medie degli analisti che avevano ipotizzato un -7,3 per cento. Il tasso di disoccupazione urbana della Cina a febbraio era del 6,2 per cento e a marzo è calato al 5,9 per cento.