La dura risposta del ministero della Difesa russo alla Stampa

(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

Il portavoce del ministero della Difesa russo, il generale Igor Konashenkov, ha pubblicato su Facebook una lettera indirizzata alla Stampa in cui accusa il giornale di aver pubblicato una serie di articoli non veritieri riguardo agli aiuti inviati dalla Russia in Italia per fronteggiare l’emergenza coronavirus.

Le inchieste a cui si riferisce Konashenkov sono tre, firmate dal giornalista Jacopo Iacoboni: in una si sostiene che le forniture russe inviate in Italia siano per l’80 per cento totalmente inutili, o poco utili all’Italia: l’inchiesta cita fonti anonime (“fonti politiche di alto livello”) e sostiene che «a differenza, per dire, delle spedizioni cinesi (consistenti soprattutto in ventilatori polmonari e mascherine), quelle russe sarebbero attrezzature per la disinfestazione batteriologica di aree, un laboratorio da campo per la sterilizzazione e la profilassi chimico-batteriologica, e attrezzature di questo tipo». In un altro articolo si dice che un contingente esperto in guerra batteriologica russo, atterrato a Pratica di Mare, si sta dispiegando nell’area di Bergamo, senza che sia stato riferito dalle autorità italiane, e secondo fonti della Stampa trasporta «strutture per la disinfezione antibatteriologica di intere aree».

A detta di queste fonti, «la reale contropartita della telefonata è stata dunque tutta geopolitica e diplomatica: Putin ha visto nel Coronavirus un’opportunità per incunearsi anche fisicamente nel teatro italiano, e al premier italiano non è dispiaciuto puntellarsi, in questa difficile crisi, accettando tutto ciò pur di consolidare un’ottima relazione personale con la sponda politica di Mosca».

In un altro articolo si sostiene invece che tra i medici militari russi inviati in Italia si siano infiltrati anche ufficiali dell’intelligence russa. Secondo quanto riferito alla Stampa da Hamish De Bretton-Gordon, ex comandante del Joint Chemical, Biological, Radiological and Nuclear Regiment e del battaglione NATO Rapid Reaction, “CBRN”, nell’invio di militari russi in Italia c’è qualcosa che non torna. «Senza dubbio tra loro ci sono ufficiali del GRU (il direttorato dei servizi segreti militari russi). Vorranno scoprire il più possibile sulle forze italiane, stabiliranno reti di intelligence, ci sarà un’enorme quantità di attività in corso proprio ora», ha detto al giornale.

Konashenkov – dopo che nei giorni scorsi già Sergey Razov, l’ambasciatore russo in Italia, aveva replicato alle posizioni della Stampa – ha criticato duramente il giornale italiano dicendo che «nascondendosi dietro agli ideali della libertà di parola e del pluralismo di opinioni, nei suoi articoli La Stampa manipola i fake russofobi della peggior specie dell’epoca della guerra fredda, citando non meglio definiti “pareri” di anonime “fonti altolocate”. Nel farlo, La Stampa non disdegna di far ricorso a qualunque invenzione dei propri autori, seguendo le linee guida dei manuali di propaganda antisovietica, a quanto pare, non ancora marciti».

Konashenkov conclude la lettera con una frase piuttosto minacciosa: «Per quanto concerne i committenti veri della campagna mediatica russofoba di La Stampa, che ci sono noti, consigliamo loro di imparare un’antica saggezza: Qui fodit foveam, incidet in eam (chi scava una fossa al prossimo ci finirà prima). O, per essere ancora più chiari: Bad penny always comes back».

Il ministero degli Esteri e il ministero della Difesa italiani hanno replicato con una nota congiunta agli articoli di Iacoboni e alla lettera di Konashenkov dicendo che il contingente russo «è composto di 104 unità, nello specifico 32 operatori sanitari (tra medici e infermieri), 51 bonificatori e altro personale di assistenza e interpretariato a supporto», che sta lavorando insieme al personale della Difesa italiana e del ministero della Salute, e che i materiali consegnati finora sono «50 ventilatori polmonari, 330.000 mascherine, 1.000  tute protettive, 2 macchine per le analisi di 100 tamponi rapide, 10.000 tamponi veloci, 100.000 tamponi normali, un laboratorio di analisi, 3 complessi per la sanificazione di mezzi e ambienti e 3 stazioni di sanitizzazione per ampie superfici».

La nota conclude dicendo che «non si può non biasimare il tono inopportuno di certe espressioni utilizzate dal portavoce del ministero della Difesa russo nei confronti di alcuni articoli della stampa italiana. La libertà di espressione e il diritto di critica sono valori fondamentali del nostro Paese, così come il diritto di replica, mantenendosi entrambi dentro canoni di correttezza formali e sostanziali. In questo momento di emergenza globale il compito di controllo e di analisi della libera stampa rimane più che mai essenziale».