Sette sindaci di importanti città della Lombardia, tutti eletti col centrosinistra, hanno scritto una lettera aperta al governo della regione Lombardia rivolgendo alcune domande sulla gestione del coronavirus (la sanità è una competenza quasi esclusivamente del governo regionale, che in Lombardia è espresso dal centrodestra). La lettera aperta è stata firmata fra gli altri dai sindaci di Bergamo e Milano – Giorgio Gori e Beppe Sala – cioè due delle province italiane più colpite dal coronavirus, oltre che dai sindaci di Brescia, Lecco, Varese, Cremona e Mantova.
Nella lettera i sindaci pongono diverse questioni di cui nei giorni scorsi si sono occupati anche i giornali: ad esempio l’assistenza degli anziani nelle case di riposo della regione, la fornitura di mascherine e altro materiale protettivo al personale sanitario, e soprattutto la politica sui test per il coronavirus, che in Lombardia vengono fatti a meno persone di quanto raccomandino l’OMS e il ministero della Sanità.
Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha poi commentato su Facebook la lettera accusando i sindaci di fare «pura e bieca speculazione politica», definendo il loro modo di comportarsi «irresponsabile». Ha aggiunto di aver già risposto nei giorni scorsi ai sindaci, e che comunque fornirà loro nuovamente «tutta la documentazione che darà loro anche risposte scientifiche». Gori ha risposto a Fontana negando che l’intento della lettera fosse polemico, e aggiungendo: «sono domande vere e di senso? Noi vi garantiamo che sono poste nel solo interesse dei cittadini. Chiediamo che si discuta nel merito. Tutto qui».