Nel 2019 il deficit pubblico italiano è stato il più basso da prima della crisi economica del 2008

Pari all'1,6 per cento, rispetto al 2,2 per cento che era stato stimato dal governo

(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Nel 2019 il deficit pubblico italiano è stato pari all’1,6 per cento del PIL, il valore più basso dal 2007 a oggi. Significa che dall’inizio della crisi economica globale del 2008 il governo italiano non aveva mai speso così poco in relazione al suo prodotto interno lordo. Il dato è stato pubblicato dall’ISTAT, che ha da poco concluso la sua revisione dei principali indicatori economici del 2019. Il deficit del 2019 è l’indicatore che ha subìto la correzione più ampia e sorprendente, passando dal 2,2 previsto dal governo nel 2018 all’1,6 per cento.

Il dato sul deficit è particolarmente rilevante poiché è il frutto della discussa legge di bilancio del 2018, quella realizzata dal primo governo Conte, frutto dell’accordo tra Lega e Movimento 5 Stelle e che ha portato all’introduzione della sperimentazione pensionistica “quota 100” e del cosiddetto “reddito di cittadinanza”. La manovra era stata ampiamente accusata di mettere a rischio i conti dell’Italia e anche la Commissione Europea aveva minacciato di aprire una procedura di infrazione nei confronti del nostro paese.

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L’ISTAT ha poi rivisto leggermente al rialzo la crescita del PIL, la cui stima è passata dallo 0,2 per cento allo 0,3 per cento (un dato che conferma comunque il netto rallentamento rispetto al 2018, quando il PIL cresceva dello 0,8 per cento). Anche l’avanzo primario è stato rivisto al rialzo: è il valore che misura la differenza tra entrate e uscite dello Stato prima del pagamento degli interessi sul debito (misura in sostanza quante risorse uno stato “preleva” dall’economia per pagare il proprio debito pubblico). Nel 2019 l’avanzo primario ha raggiunto l’1,7 per cento del PIL, il risultato più alto dal 2013, quando raggiunse il 2 per cento.