Dietro il coronavirus non ci sono castighi divini

Lo ha detto Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano, secondo cui Dio «conosce e prevede gli avvenimenti ma non li determina»

(ANSA / MATTEO BAZZI)
(ANSA / MATTEO BAZZI)

L’arcivescovo emerito di Milano Angelo Scola, intervistato su Repubblica da Paolo Rodari, ha parlato della diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2) in Italia e di tutte le conseguenze che la paura del contagio ha suscitato nella popolazione. La ricerca di un nemico a cui addossare le colpe e l’avvelenamento dei rapporti sociali sono reazioni naturali di chi vive nella paura, per Scola, secondo cui «è un po’ quanto accade oggi anche rispetto alle migrazioni. Il diverso fa paura».

Scola ha paragonato quanto sta accadendo con il coronavirus a quanto accaduto in passato con altre malattie molto contagiose, come polmonite e tubercolosi, e ha lodato i provvedimenti adottati dalla diocesi della Chiesa cattolica di Milano, che ha deciso di sospendere tutte le messe per precauzione.

Nell’intervista Scola ha poi negato l’ipotesi che dietro il coronavirus ci possano essere dei castighi divini. Secondo Scola, Dio «conosce e prevede» eventi come la diffusione del coronavirus, ma «non li determina».

È cristianesimo la visione per la quale dietro il coronavirus vi sarebbero dei castighi divini?
«È una visione scorretta. Dio vuole il nostro bene, ci ama e ci è vicino. Il rapporto con lui è da persona a persona, è un rapporto di libertà. Certo, conosce e prevede gli avvenimenti ma non li determina. Quando gli chiedono se le diciotto persone morte sotto il crollo della torre di Siloe abbiano particolari colpe Gesù smonta la questione: “No, io vi dico, non erano più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme”. Per i cristiani Dio comunica attraverso le circostanze e i rapporti. Anche da questa circostanza potrà emergere un bene per noi. Fra i tanti insegnamenti la necessità di imparare a stare nella paura portandola a un livello razionale».