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  • Lunedì 24 febbraio 2020

La grande rivincita di Tyson Fury

Il pugile inglese ha vinto il titolo mondiale WBC dei pesi massimi contro il campione in carica Deontay Wilder, dopo anni di depressione e dipendenza da droga e alcol

Tyson Fury dopo la vittoria contro Deontay Wilder a Las Vegas (AP Photo/Isaac Brekken)
Tyson Fury dopo la vittoria contro Deontay Wilder a Las Vegas (AP Photo/Isaac Brekken)

Nella notte tra sabato e domenica il pugile inglese Tyson Fury ha battuto per KO tecnico il campione mondiale WBC dei pesi massimi, lo statunitense Deontay Wilder. Fury si è così ripreso la cintura di campione del mondo che aveva perso senza combattere nel 2016 a causa di problemi legati a depressione e tossicodipendenza. A distanza di quattro anni, dopo una squalifica di due e un lungo percorso di riabilitazione, è quindi riuscito a tornare ai livelli di un tempo, un riscatto non così scontato che in molti non credevano possibile.

Quella combattuta a Las Vegas nel fine settimana era la rivincita dell’incontro disputato dai due pugili il primo dicembre del 2018 e terminato in parità fra le polemiche per una presunta assegnazione dei punteggi eccessivamente sfavorevole nei confronti di Fury.

Prima dell’incontro di domenica, il 34enne Wilder era campione mondiale WBC in carica da cinque anni, imbattuto nei 43 incontri disputati tra i professionisti. Nei giorni precedenti al match, Wilder aveva definito Fury «un pugile vecchio e grasso che non sapeva tirare pugni». A prima vista, la differenza atletica tra i due pugili è in effetti notevole, con il fisico allenato e statuario di Wilder e quello enorme e sgraziato di Fury — più giovane di tre anni — ancora lontano dal peso forma nonostante sia dimagrito di circa cinquanta chili in due anni.

Per Wilder l’incontro si è messo subito male. È stato mandato al tappeto al terzo round con un destro violento in piena tempia che gli ha compromesso coordinazione ed equilibrio. Al quinto round ha poi ricevuto un gancio destro e poco dopo è finito nuovamente al tappeto. Nei successivi due round, Wilder si è tenuto in piedi a fatica, barcollante, fino al settimo, quando l’arbitro ha assegnato la vittoria a Fury per KO tecnico. Dopo essere stato decretato ufficialmente vincitore e nuovo campione WBC, Fury ha festeggiato come ai vecchi tempi cantando al microfono “American Pie” con il suo entourage e con tutto il pubblico di Las Vegas.

La vittoria ha segnato il ritorno definitivo del rozzo e spesso criticato Fury ai vertici della boxe mondiale, dove era già arrivato prima di perdere i titoli vinti contro l’ucraino Wladimir Klitschko a causa delle dipendenze da alcol e cocaina e per il manifestarsi di una grave forma di depressione con istinti suicidi.

Ora il pugile originario di Manchester soprannominato «il re degli zingari» per via delle sue origini potrebbe sfidare l’attuale campione mondiale IBF, WBA, WBO e IBO Anthony Joshua, inglese di Watford, in un incontro già definito l’evento sportivo più importante di sempre in Inghilterra dopo la vittoria dei Mondiali di calcio del 1966.