Hisham al Ashmawy, uno dei miliziani islamisti più pericolosi del Nord Africa, è stato condannato a morte in Egitto

Hisham al Ashmawy 
(Foto diffusa dall'Esercito nazionale libico)
Hisham al Ashmawy (Foto diffusa dall'Esercito nazionale libico)

L’egiziano Hisham al Ashmawy, uno dei miliziani islamisti radicali più pericolosi di tutto il Nord Africa, è stato condannato a morte da un tribunale del suo paese insieme ad altre 36 persone accusate, come lui, di terrorismo. Era stato arrestato nell’ottobre del 2018 a Derna, in Libia, dall’Esercito Nazionale Libico (LNA), quello che fa capo a Khalifa Haftar, il maresciallo che controlla la parte orientale del paese, e quindi consegnato all’Egitto. È stato condannato, tra le altre cose, per aver organizzato un attentato che nel 2014 uccise 22 guardie militari egiziane vicino al confine con la Libia e per aver partecipato, nel 2013, a un attentato poi fallito contro un ex ministro.

Ashmawy era a capo dell’Ansar Bait al-Maqdis, considerato il gruppo islamista più violento e pericoloso d’Egitto; tra il 2011 e il 2013 aveva organizzato attacchi nella penisola del Sinai, in Egitto e in Israele, soprattutto contro le forze di sicurezza egiziane. Da metà 2014 si era alleato allo Stato Islamico (ISIS).

Le condanne sono state presentate al Gran Mufti, la più alta carica giuridica egiziana: la legge egiziana stabilisce infatti che vengano sottoposte a suo giudizio tutte le condanne capitali. Il tribunale ha fissato una nuova udienza per il 2 marzo per confermare la sentenza in seguito al parere del Mufti.