
La Corte di Cassazione ha ammesso la proposta di referendum confermativo depositata lo scorso 10 gennaio contro il taglio del numero dei parlamentari. La proposta era stata firmata da 71 senatori, 7 in più del numero minimo richiesto di 64.
La riforma costituzionale che propone di ridurre di un terzo i parlamentari di Camera e Senato è stata approvata all’inizio di ottobre con il voto favorevole praticamente di tutti i partiti. La legge doveva entrare in vigore a gennaio ma la richiesta dei senatori, di fatto, l’aveva sospesa. I senatori hanno potuto avanzare la loro richiesta perché le riforme costituzionali hanno un iter parlamentare speciale: se una riforma non ottiene una maggioranza di due terzi da ciascuna delle due camere nel voto finale si hanno tre mesi di tempo per chiedere che sia sottoposta a referendum; servono le firme di un quinto dei membri di una delle due camere – per i senatori la soglia è di 64 – 500.000 elettori o 5 consigli regionali.
Ora il Consiglio dei ministri avrà 60 giorni di tempo per decidere in che data si dovrà svolgere il referendum e presentare la proposta al presidente della Repubblica, che la confermerà con un decreto presidenziale: la data dovrà essere una domenica compresa tra il 50esimo e il 70esimo giorni successivo alla promulgazione del decreto, quindi presumibilmente si andrà a votare tra gli ultimi giorni di marzo e la prima settimana di giugno.
(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)