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  • Domenica 12 gennaio 2020

Le proteste in Iran per l’abbattimento dell’aereo ucraino

Si sono tenute a Teheran e in altre città iraniane per manifestare contro il regime, accusato di avere mentito

(AP Photo/Ebrahim Noroozi)
(AP Photo/Ebrahim Noroozi)

Sabato sera migliaia di persone hanno protestato a Teheran e in altre città dell’Iran contro il regime iraniano, accusato di avere mentito per giorni negando la propria responsabilità nell’abbattimento dell’aereo dell’Ukraine International Airlines, precipitato la mattina dell’8 gennaio dopo essere stato colpito da un missile. Il regime ha ammesso di avere abbattuto l’aereo solo ieri, sostenendo che si sia trattato di un errore umano: un operatore incaricato di gestire il sistema delle difese aeree avrebbe scambiato il volo 752 per un missile balistico statunitense e, non riuscendo a comunicare subito con i suoi superiori, avrebbe deciso di lanciare a sua volta un missile per intercettarlo.

Secondo la versione iraniana dei fatti, i due principali leader politici dell’Iran, il presidente Hassan Rouhani e la Guida suprema Ali Khamenei, sarebbero venuti a conoscenza dell’errore solo venerdì, dopo che i leader militari avevano completato un’indagine interna sull’accaduto. Secondo i critici, l’Iran avrebbe ammesso la colpa solo perché stavano emergendo sempre più prove e ricostruzioni coerenti con l’abbattimento dell’aereo da parte di un missile.

A Teheran le proteste si sono concentrate di fronte a due università e si sono dirette anche contro la Guida suprema Ali Khamenei, la principale figura politica e religiosa del paese: in alcuni video delle manifestazioni circolati sui social network, si vedono diverse persone urlare slogan molto duri, come «Khamenei è un assassino»: un fatto non unico ma comunque piuttosto raro, in Iran. I manifestanti hanno chiesto soprattutto che le persone responsabili dell’abbattimento dell’aereo, e quelle che hanno poi coperto l’accaduto, vengano processate e condannate.

Durante le proteste c’è stato anche l’intervento della polizia, che ha cercato di disperdere la folla usando gas lacrimogeni.

Le proteste sono state commentate anche dal presidente statunitense Donald Trump, che ha twittato sia in inglese che in farsi, la lingua che si parla in Iran. Trump ha scritto: «Al popolo dell’Iran, coraggioso e che soffre da molto tempo: sono dalla vostra parte fin dall’inizio della mia presidenza, e la mia amministrazione continuerà ad appoggiarvi. Seguiamo le proteste da vicino e siamo ispirati dal vostro coraggio».

Il segretario di Stato statunitense, Mike Pompeo, ha twittato un video delle proteste, scrivendo: «La voce del popolo iraniano è chiara. Sono stanchi delle bugie, della corruzione, dell’inettitudine, della brutalità delle Guardie rivoluzionarie sotto la cleptocrazia di Khamenei. Appoggiamo il popolo iraniano che merita un futuro migliore».