Le cose da sapere sull’ISEE per il 2020
Dal primo gennaio si potrà richiedere online o tramite gli uffici del Comune e dei CAF, con la novità della dichiarazione precompilata
L’acronimo ISEE sta per “Indicatore Situazione Economica Equivalente”, che è un parametro che serve a regolare l’accesso ad alcune prestazioni e a calcolare gli incentivi che sono rivolti solamente a famiglie che hanno un reddito inferiore a una certa soglia. Per esempio, in base all’ISEE sono calcolate le tasse universitarie, le riduzioni delle tariffe del trasporto pubblico, le mense scolastiche e universitarie, la quota di partecipazione all’assistenza sanitaria (il ticket regionale) e la retta degli asili nido.
L’ISEE si richiede agli uffici del proprio Comune di residenza oppure ai Centri di Assistenza Fiscale (CAF). Per poter accedere agli sgravi e ai servizi dedicati alla propria fascia di reddito, l’ISEE va aggiornato ogni anno: dal momento in cui si richiede ha validità fino alla fine dell’anno corrente, perciò quello del 2020 si può richiedere a partire da gennaio e avrà validità fino al 31 dicembre 2020.
Prima di tutto, quando si può richiedere l’ISEE?
La documentazione per richiedere l’ISEE può essere presentata in qualsiasi periodo dell’anno, a seconda delle esigenze. Per esempio, chi deve usarlo solo per pagare le tasse universitarie può farlo anche tra la primavera e l’estate, così da avere l’ISEE pronto per l’inizio dell’anno accademico. In generale, però, bisogna tenere conto che per elaborare la pratica gli uffici competenti ci mettono circa dieci giorni, per cui se si è sicuri di avere bisogno dell’ISEE è consigliabile farlo il prima possibile.
Se non avete voglia di stare a controllare orari di apertura e bacheche di uffici, o se non avete voglia di perdere mezza giornata per andare al CAF e magari dover ritornare per qualche documento mancante, sappiate che l’ISEE si può richiedere anche online sul sito dell’INPS (Ci torniamo tra poco).
Cosa bisogna fare per richiedere l’ISEE?
Per richiedere l’ISEE bisogna andare agli uffici di cui abbiamo già detto (CAF e Comune), e presentare una Dichiarazione sostitutiva unica (DSU). Questa dichiarazione dovrà contenere: le copie dei documenti del dichiarante e di tutti i membri della sua famiglia; le copie stampate degli estratti dei conti correnti e la loro giacenza media; la visura catastale di eventuali immobili posseduti o il contratto d’affitto; la dichiarazione dei redditi dei componenti (attenzione: non quella dell’anno precedente alla dichiarazione, ma di quello ancora prima: se si presenta la dichiarazione nel 2020, si fa riferimento ai redditi del 2018); la targa dei veicoli posseduti e i documenti di eventuali mutui stipulati.
La documentazione della DSU potrebbe variare a seconda dell’ISEE richiesto: c’è l’ISEE “standard”, che serve per quasi tutte le prestazioni, e poi ci sono l’ISEE “socio-sanitario” per l’assistenza ai disabili, l’ISEE “università “per gli studenti che non abitano con i genitori ma non hanno reddito e altri per casi molto specifici. Per orientarsi tra queste difficili categorie burocratiche, qui si può consultare l’elenco dei diversi tipi di ISEE, con annessa spiegazione dell’INPS.
Una volta presentata la documentazione, si dovrà attendere un periodo di tempo variabile, durante il quale la pratica verrà elaborata dall’INPS e i dati forniti verranno confrontati con le banche dati dell’Agenzia delle Entrate. Alla fine di questo procedimento l’ISEE si potrà ritirare e sarà valido.
Un’alternativa a fare la fila nei CAF è quella di accedere al servizio online dell’INPS: da quando l’ISEE fu riformato nel 2015, infatti, la DSU può essere compilata e inviata online, accedendo ai servizi dell’INPS da questa pagina. Per farlo è necessario essere in possesso di un codice PIN (se non lo avete, si richiede qui), oppure avere un’identità SPID, che sta per Sistema Pubblico di Identità Digitale ed è un sistema di riconoscimento con il quale si può accedere a una serie di servizi online della pubblica amministrazione con un unico nome utente e un’unica password.
La novità del 2020: l’ISEE precompilato
Il primo gennaio 2020 entrerà in vigore l’ISEE precompilato. In pratica, la DSU sul sito dell’INPS avrà alcune sezioni già caricate con i dati in possesso e ricavati da diverse banche dati. È un po’ quello che succede con la dichiarazione dei redditi precompilata, che il sito dell’Agenzia delle Entrate fornisce con i dati già caricati, e che si può modificare e inviare al momento della dichiarazione dei redditi.
In questo caso l’INPS fornirà le DSU con i dati caricati degli immobili, dei conti correnti e dei redditi dei familiari, attingendo dalle banche dati del Catasto e dell’Anagrafe tributaria, che contiene i dati di tutti i contribuenti italiani (compresi quelli dei loro conti correnti). Anche l’ISEE precompilato potrà essere richiesto tramite il sito dell’INPS, ma è un’opzione aggiuntiva: tutte le altre modalità tradizionali per richiedere l’ISEE rimarranno attive.
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