Il parlamento indiano ha approvato una controversa legge per facilitare la cittadinanza a immigrati non musulmani

 (AP Photo/Anupam Nath)
(AP Photo/Anupam Nath)

Il parlamento indiano ha approvato una controversa e molto criticata proposta di legge che dovrebbe facilitare la regolarizzazione dei migranti non musulmani provenienti da tre paesi vicini all’India, cioè Pakistan, Bangladesh e Afghanistan. La legge, chiamata Citizenship Amendment Bill (CAB), è stata proposta dal governo guidato dal primo ministro Narendra Modi, leader del partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party, accusato in passato di fare politiche discriminatorie contro la minoranza musulmana.

La proposta di legge è stata approvata mercoledì dalla Camera alta, dopo essere stata approvata dalla Camera bassa martedì: a favore della legge hanno votato 125 parlamentari, mentre i contrari sono stati 105.

Cosa prevede la proposta di legge

La legge proposta dal governo emenda la Legge sulla Cittadinanza Indiana, che tra le altre cose prevede la prigione o l’espulsione per i migranti irregolari e stabilisce che per richiedere la cittadinanza uno straniero debba avere vissuto in India o lavorato per il governo federale per almeno 11 anni.

La proposta di legge introduce alcune eccezioni per i membri di sei minoranze religiose – induisti, sikh, buddisti, gianisti, parsi e cristiani – provenienti da Pakistan, Afghanistan e Bangladesh. A queste persone viene data la possibilità di richiedere la cittadinanza indiana dopo avere vissuto in India per sei anni, praticamente la metà del tempo previsto per tutti gli altri.

Perché è criticata

Gli oppositori del governo sostengono che la proposta di legge violi i principi garantiti dalla Costituzione indiana, che vieta la discriminazione sulla base della religione. Se l’obiettivo fosse davvero quello di proteggere le minoranze discriminate e perseguitate, dicono gli oppositori, allora la proposta avrebbe dovuto includere anche gli ahmadi provenienti dal Pakistan e i rohingya provenienti dal Myanmar. Chi si oppone alla legge accusa il governo Modi di avere avviato una campagna molto dura per delegittimare i cittadini musulmani dell’India.