La canzone cilena che è diventata un inno femminista in mezzo mondo

Si chiama “Un violador en tu camino”, è stata composta da un piccolo collettivo e cantata anche in diverse città italiane

Esibizione di “Un violador en tu camino” a Santiago del Cile, 29 novembre (Marcelo Hernandez/Getty Images)
Esibizione di “Un violador en tu camino” a Santiago del Cile, 29 novembre (Marcelo Hernandez/Getty Images)

Il 4 dicembre migliaia di donne cilene – più di 10mila, secondo alcune stime – si sono ritrovate di fronte all’Estadio Nacional di Santiago, la capitale del Cile, per cantare “Un violador en tu camino” (“Uno stupratore sulla tua strada”), anche conosciuta come “El violador eres tú” (“Lo stupratore sei tu”), una canzone che nelle ultime settimane è diventata un inno femminista in molti paesi del mondo. La manifestazione era stato promossa tramite i social network con l’obiettivo di denunciare le violenze contro le donne e il sistema del patriarcato che secondo diversi gruppi femministi continua a permeare la società cilena.

Migliaia di donne, molte delle quali con una benda sugli occhi, hanno ripetuto più volte la canzone e i movimenti associati alle parole, seguendo le indicazioni date da alcune attiviste con il megafono.

Nelle ultime settimane “Un violador en tu camino” è stata cantata in diverse città dell’America Latina, degli Stati Uniti e anche dell’Europa, sia nella versione originale che nelle versioni tradotte dalle organizzazioni femministe dei paesi che l’hanno ripresa. È stata cantata da giovani donne ma anche da donne più anziane, come nel caso delle 10mila riunite fuori dall’Estadio Nacional a Santiago, luogo che fu usato come centro di tortura del regime militare guidato dal generale Augusto Pinochet durante la dittatura in Cile.

La diffusione della canzone è ancora più sorprendente se si considera la particolare storia del brano, composto da un piccolo collettivo femminista e cantato un po’ per caso per la prima volta per le strade di Valparaíso.

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“Un violador en tu camino” è stata scritta da Las Tesis, un collettivo formato un anno e mezzo fa da quattro donne di 31 anni di Valparaíso, città portuale a ovest di Santiago, una delle più colpite dalle proteste antigovernative in Cile degli ultimi due mesi. Le quattro – Daffne Valdés e Sibila Sotomayor (lavoratrici in teatro), Paula Cometa (disegnatrice e insegnante di storia) e Lea Cáceres (stilista) – si sono conosciute frequentando gli stessi ambienti scolastici e universitari, e gli stessi “cerros”, le molte colline su cui si sviluppa Valparaíso, una delle città più belle dell’America Latina. Il nome Las Tesis deriva dal fatto che il lavoro del collettivo si basa per lo più sulla trasformazione di tesi e teorie femministe in esibizioni che coinvolgono musiche, testi e movimenti del corpo.

La canzone (il cui testo originale si può trovare qui) contiene tra le altre cose anche un pezzo dell’inno dei Carabinieri cileni, chiamati in forma dispregiativa “pacos” e accusati nelle ultime settimane di avere commesso stupri e abusi sessuali contro diverse donne fermate durante le proteste antigovernative in tutto il paese. Un passaggio del testo della canzone dice, parlando delle violenze sessuali:

«La colpa non era mia, non c’entra dove stavo né com’ero vestita. Lo stupratore sei tu. Sono i Carabinieri, i giudici, lo stato, il presidente. Lo stato oppressore è un macho stupratore. Lo stupratore sei tu»

Las Tesis hanno raccontato a BBC Mundo di avere lavorato per mesi a un’esibizione basata soprattutto sul libro Calibán y la bruja dell’italoamericana Silvia Federici e sulle teorie dell’antropologa argentina Rita Segado, concentrate tra le altre cose sulla demistificazione dello stupratore come soggetto che stupra per piacere sessuale. L’esibizione creata dal collettivo, che conteneva anche la canzone “Un violador en tu camino”, avrebbe dovuto essere messa in scena il 24 ottobre in un’università di Valparaíso, ma l’inizio delle grandi proteste in Cile aveva costretto a un cambio di piani.

Per questa ragione la canzone era stata cantata per la prima volta solo il 20 di novembre, nell’ambito di una serie di esibizioni a Valparaíso organizzate dalla compagnia teatrale La Peste, che prevedevano tra le altre cose il blocco delle strade della città.

Il video dell’esibizione era poi diventato virale ed era stato ripreso da organizzazioni e gruppi femministi di diverse città cilene. Il 25 novembre, in occasione del Giorno internazionale dell’eliminazione della violenza contro le donne, Las Tesis erano andate a Santiago e avevano organizzato un’esibizione a cui avevano partecipato più di un centinaio di donne. Nei giorni successivi erano poi state contattate da gruppi di altri paesi, come Messico e Colombia, e avevano deciso di mettere a disposizione sia la musica – creata da loro – sia le parole.

Il 29 novembre, solo nove giorni dopo la prima esibizione, Las Tesis avevano organizzato una seconda esibizione di “Un violador en tu camino” in Plaza Sotomayor di Valaparaíso, la piazza principale della città, con una grande partecipazione.

Negli ultimi giorni la canzone è stata cantata nelle città di diversi paesi del mondo: tra le altre, a Londra, Parigi, Madrid, Barcellona, Berlino, Stoccolma, Ankara, Istanbul, New Delhi, New York, Montreal, e in moltissime città del Sud e Centro America. Anche in Italia – dove il video era stato mostrato tra le prime da Daria Bignardi e dalla trasmissione L’Assedio – ci sono state diverse esibizioni, per esempio a Milano, Bologna, Roma e Napoli, e diverse altre si terranno nei prossimi giorni.

Il gruppo Geochicas, che si occupa di mappare eventi femministi in giro per il mondo, ha compilato una mappa con tutte le esibizioni di “Un violador en tu camino” tenute finora.

In una delle versioni italiane di “Un violador en tu camino”, cantata durante un flashmob organizzato dall’organizzazione femminista “Non una di meno” a Bologna l’8 dicembre, il testo dice:

Il patriarcato è un magistrato, che ci giudica impunito, e il nostro castigo è la violenza che io vivo
Femminicidio, impunità per l’assassino, per la violenza, per lo stupro
E la colpa non era mia, di dove andavo e di come vestivo
L’assassino sei tu, lo stupratore sei tu
Gli sbirri, i giudici, lo stato, la Chiesa
E lo stato oppressore è un mostro stupratore