Le parole grosse tra Trump e Corea del Nord

In risposta al «rocket man» usato dal presidente statunitense verso Kim Jong-un, la viceministra degli Esteri nordcoreana ha parlato di «vecchio bacucco recidivo»

La viceministra degli Esteri nordcoreana, Choe Son-hui a Pechino il 23 giugno 2016 (Kyodo)
La viceministra degli Esteri nordcoreana, Choe Son-hui a Pechino il 23 giugno 2016 (Kyodo)

In una dichiarazione diffusa dalla da KCNA, agenzia stampa di news della Corea del Nord, la viceministra degli Esteri nordcoreana, Choe Son-hui, ha rivolto una specie di insulto al presidente statunitense Donald Trump, che martedì aveva definito il dittatore nordcoreano Kim Jong-un «rocket man», «uomo razzo», espressione già usata in passato in diverse occasioni. Choe ha detto:

«Se in un momento cruciale come questo si usano per l’ennesima volta, deliberatamente, espressioni che infervorano l’atmosfera, allora si tratta davvero di una questione di senilità di un vecchio bacucco recidivo»

L’espressione «in un momento cruciale» si riferisce ai tentativi che Corea del Nord e Stati Uniti stanno facendo da oltre un anno per distendere i rapporti bilaterali e trovare una soluzione per la cosiddetta “denuclearizzazione” del territorio nordcoreano. Di recente i negoziati sono entrati in una situazione di stallo e la Corea del Nord ha ricominciato a testare missili balistici a corto raggio, provocando le critiche del governo statunitense.

Le parole di Choe sono state molto riprese perché era da tempo che il regime nordcoreano non si esprimeva in maniera apertamente critica contro Donald Trump, che a sua volta aveva usato in passato parole di amicizia verso Kim Jong-un. Non è nemmeno la prima volta che la Corea del Nord definisce «vecchio bacucco» Trump: era già successo nel 2017.